Il Teatro Principe di Milano ormai è diventato il tempio consacrato della boxe italiana. Merito dell'impegno di Alessandro Cherchi che, con la Principe Boxing Events , ha riportato in vita quello che era il punto di riferimento del pugilato milanese nel dopoguerra. Basti pensare che il regista Luchino Visconti scelse proprio questo luogo per girare nel 1960 le scene di pugilato del suo film capolavoro Rocco e i suoi fratelli, una location ideale dove avevano già combattuto Duilio Loi, Sandro Lopopolo, Carmelo Bossi, Tiberio Mitri e moltissimi altri campioni. Sabato sera, in occasione del match clou per assegnare il titolo vacante di campione italiano dei pesi superleggeri tra Renato De Donato e Luciano Randazzo il Teatro Principe ha fatto registrare l'ennesimo sold-out. Tutto esaurito da giorni per gli incontri in cartellone che, oltre all'incontro con De Donato, prevedevano altri sottoclou interessanti, in primis quello con Matteo Rondena, di Magenta, cittadina della provincia milanese. E' stato un sabato indimenticabile per gli amanti della boxe vista la presenza al Teatro Principe di Marvelous Marvin Hagler, che è arrivato poco prima dell’inizio del match tra De Donato e Randazzo. L’annunciatore ha invitato sul ring il leggendario campione del mondo dei pesi medi e il pubblico gli ha tributato una lunga ovazione. Hagler ha anche voluto dispensare qualche consiglio a Michele Di Rocco, che combatterà contro Ricky Burns il prossimo 28 maggio a Glasgow (Scozia) per il vacante titolo mondiale dei pesi superleggeri WBA.
“Go to the body. 1,2,3,4. Then to the head” (Colpiscilo al bersaglio grosso, quattro volte alle costole, poi colpiscilo al volto). Vedremo se Di Rocco seguirà il suo consiglio. Oltre a Di Rocco e Hagler, era presente anche l’ex campione del mondo dei pesi leggeri WBA Stefano Zoff . A commentare l'incontro clou per RaiSport Nino Benvenuti, acclamato dal pubblico del Teatro Principe, tanto da costringerlo ad abbandonare la postazione per salire sul Ring in compagnia degli altri campioni. Partiamo dal match clou con Renato De Donato e Luciano Randazzo che hanno davvero dato l’anima sul ring. Randazzo è partito subito forte, imprimendo grandi ritmi al match mentre De Donato, partito a rilento ha comunque accettato di scambiare colpi con il più aggressivo rivale contribuendo in modo determinante a dare spettacolo, facendo saltare gli spettatori dalle sedie, ma facendo infuriare il maestro Franco Cherchi che nella pausa fra un round e l’altro gli ha spiegato di non accettare la rissa a viso aperto, ma di tenere a distanza Randazzo e centrarlo con il diretto. In diversi momenti, nella prima parte della contesa, Randazzo ha colpito a potenza piena il volto di De Donato che ha incassato e risposto per far capire al suo avversario di non essere in difficoltà, nonostante gli sbeffeggiamenti, assolutamente fuori luogo di Randazzo. Nella seconda parte, De Donato sembra prendere il controllo della situazione, riuscendo a tenere lontano il suo avversario, anche per i suoi dieci centimetri in più di altezza e gli attacchi di Randazzo diventano meno numerosi. Nel sesto round il "Chirurgo", questo il soprannome di De Donato per la precisione dei suoi colpi, riesce a centrare l'avversario con il diretto sinistro, rischiando qualche colpo di troppo nel finale, chiuso alle corde da Randazzo. Non basta il tifo da stadio in favore del pugile di casa, De Donato a fare suo l'incontro negli ultimi round, arriva qualche colpo in più a bersaglio, ma, per quanto visto dagli esperti, quelli che ne sanno molto più di me, l'incontro potrebbe chiudersi in parità.
E così avviene con le votazioni della giuria, un giudice ha 96- 94 in favore di Randazzo, il secondo 96-94 per De Donato, il terzo 95-95. L'incontro finisce in pareggio ed il titolo resta vacante. Un verdetto che non soddisfa nessuno dei due pugili, convinti entrambi di aver vinto l'incontro, tanto da creare momenti di tensione dopo il verdetto. Il mio modestissimo commento, non tecnico ma umano è voto 10 a Renato De Donato per la signorilità e la maturità dimostrata sul ring. Voto 2 a Luciano Randazzo, troppo provocatore, llinguacce che può giusto fare un bimbo di due anni, non di certo un pugile di 23 anni e atteggiamento sbruffone che non merita neppure di essere commentato. A mettere giustamente in riga Randazzo ci ha pensato il collega di Rai Sport Davide Novelli. Randazzo si è diretto verso le telecamere iniziando subito a parlare, prontamente bloccato da Davide Novelli: “Secondo una vecchia regola, le domande le fa il giornalista. Io ti faccio una domanda, poi tu mi dici quello che pensi.” Novelli ha anche rimproverato Randazzo per aver mostrato la lingua a De Donato nel corso del combattimento. “Questo è il mio modo di boxare – ha spiegato Randazzo – lo faccio per caricarmi, non per sfottere il mio avversario.” Comunque, l’atteggiamento di Randazzo non ha irritato De Donato, che si è complimentato con lui per l’ottima prestazione agonistica: ”Nelle prime riprese, come prevedevo, ho dovuto cercare di prendere le misure su un avversario molto mobile. Pian piano l’ho preso. Alla decima era completamente mio. Mi aspettavo la vittoria. Mi sta un po’ stretto il pari.” Avrei voluto intervistare in video Renato De Donato ma i tempi dell'antidoping sono stati biblici, intervista rimandata alla prossima. Ca va sans dire che sia De Donato che Randazzo hanno chiesto la rivincita. La vuole anche il pubblico del Teatro Principe. Quindi, è probabile che si concretizzi in tempi brevi, attendiamo solo la data da Alessandro Cherchi.
Nel sottoclou, il peso massimo leggero Matteo Rondena ha impiegato meno di un round per mettere knock out Attila Szatmari, dopo appena 1'45" di match. Il pugile nato a Magenta il 26 gennaio 1990 è alto 185 ( ultimo peso alla vigilia dell'incontro 91,3 kg ), è residente a Corbetta e si allena dal maestro Stefano Arioli al Boxing Club di Albirate . Sette gli incontri da Professionista per Rondena, tutti al Teatro Principe con un carnet di tutto rispetto, 5 vittorie e 2 sconfitte, di cui una per Knockout tecnico a causa di una ferita all'occhio. Il sogno del pugile 26enne è quello di poter combattere un giorno in America, Las Vegas meglio di New York. Questo è il video dell'incontro di sabato sera al Teatro Principe, per un problema tecnico il video si interrompe subito dopo la proclamazione del vincitore ( il video verrà rimontato nei prossimi giorni ) Tantissimo il pubblico accorso al Teatro Principe per sostenere il loro idolo Matteo Rondena, per gli amici Teo. Corbetta non è così lontana dal centro di Milano e la clack che si porta dietro Matteo ogni volta, così come Renato De Donato, altro pugile milanese è davvero notevole ed emozionante da ascoltare quando inizia a sostenere i due pugili lombardi. Di Matteo e Renato, che ho avuto modo di conoscere poco più di un anno fa, durante la campagna contro l'omofobia nello sport, ho subito apprezzato la semplicità, la genuinità e l'intelligenza. Due ragazzi d'oro, lontanissimi dallo stereotipo dei pugili che, ahimè, spesso vengono descritti in maniera errata dai miei stessi colleghi. Vista la lunga assenza di De Donato dal ring, ho stretto più amicizia con Teo, non solo muscoli e potenza, ma un carattere molto solare, forse timido, ma di quelle persone che, come amico, prima che giornalista starei ad ascoltare per ore. Ci sono atleti che, con il loro modo di parlare, ti mettono a proprio agio e ti trasmettono davvero quello che stanno dicento. Teo è uno di questi, così come Mikel Landa e alcuni che, a contarli, forse si calcolano sulle dita di due mani. Ecco l'intervista realizzata subito dopo l'incontro di sabato sera dentro lo spogliatoio del Teatro Principe, l'audio non è perfetto per il forte tifo che arriva dal pubblico e che si sente in sottofondo: Negli altri sottoclou al Teatro Principe il peso welter Marco Battaglia ha superato ai punti Lilian Vataman, il peso medio Catalin Paraschiveanu ha battuto ai punti Jozsef Racz. Infine, il peso welter Maxim Prodan ha battuto per ko alla prima ripresa Jozsef Gerebecz.
All’altezza delle aspettative anche gli incontri di kickboxing-stile K-1, sempre sul ring del Teatro Principe. Manuel Alberti ha vinto il vacante titolo italiano dei pesi leggeri superando ai punti Osvaldo Gagliardi. E’ stato un incontro molto spettacolare, in cui i due contendenti hanno dato prova della loro bravura nel tirare calci, pugni e ginocchiate. Angelo Mirno, invece, non ha avuto bisogno di calci e ginocchiate per demolire Dennis Anghel, ex campione del mondo della World Kickboxing and Karate Union. Mirno lo ha aggredito con una serie di pugni al volto, lo ha spinto verso l’angolo e lo ha sommerso con una valanga di pugni al corpo ed ancora al viso facendolo crollare al tappeto. Anghel si è rialzato all’ultimo secondo, ma l’arbitro lo ha giustamente fermato. Il rumeno era deluso, ma se l’arbitro lo avesse lasciato proseguire sarebbe finito nuovamente al tappeto perché non aveva la lucidità per reagire e Mirno era scatenato. Angelo Mirno è anche un pugile dilettante con un record di 9 vittorie, 3 sconfitte e 1 pari. Durante la sua permanenza a Milano, si è allenato alla Opi Gym con il maestro Franco Cherchi. Infine, Victor Dejmari ha battuto ai punti Ayub Abdel Kader. “Sono molto soddisfatto del risultato – spiega il Presidente PBE Alessandro Cherchi – da ogni punto di vista: Il pubblico ha risposto bene riempiendo il Teatro Principe , gli atleti hanno prodotto spettacolo e i media ci hanno seguito con la consueta attenzione. Quotidiani cartacei, quotidiani online e siti web hanno scritto articoli sulla manifestazione. Sono sicuro che i milanesi riempiranno il Teatro Principe anche la prossima volta perché hanno capito la qualità del nostro lavoro, l’impegno, il sacrificio che ci mettiamo, la passione che ci spinge. Infine, voglio sottolineare che il teatro sta diventando sempre di più una location ambita anche per eventi culturali, musicali, mediatici. Vogliamo farlo funzionare dodici mesi all’anno, deve diventare un punto di riferimento per i milanesi.”
