Regina Madre : Dio salvi la Regina Milena Vukotic in scena al Teatro San Babila di Milano. Ho sentito commenti entusiasti, letto recensioni ottime di questo spettacolo che, ahimè non sono riuscito a vedere, così ho deciso che uno spazio questa piece teatrale lo avrebbe meritato anche nella rubrica spettacoli dell'Ovetto di Colombo ! Merito soprattutto del collega Lucio Leone, critico e penna davvero fine che ha scritto una bellissima recesione. A salvarmi è stato l'amico-collega Giovanni Riga, grandissimo appassionato ed esperto di teatro, con una preparazione sicuramente maggiore alla mia in questo campo, oltre che essere una saggia-buona penna . Vi lascio alla sua recensione....giudicate voi !
REGINA MADRE
Dio salvi la Regina. Viva la mamma : la Regina Madre, la Madre Patria , l’ape Regina. All’anagrafe risponde al nome di Regina Giannelli ed è “ Regina” di nome e di fatto, come dimostra di essere la protagonista della commedia in due atti in scena al Teatro San Babila in questi giorni. Paragonata a Caterina de’Medici, ad Anna d’Austria o al Generale Cadorna, appartiene a quella schiera di vedove parsimoniose e implacabili che vivono come sacerdotesse adoranti nel culto del marito scomparso e nell’esaltazione quotidiana delle proprie abitudini. Sebbene l’età avanzata ed i conseguenti acciacchi di salute (globuli bianchi che fagocitano globuli rossi) sembrano aver iniziato ad intaccare il suo regno, Regina non è affatto disposta a assistere alla propria esautorazione da parte di figli, medici o eventuali “truppe mercenarie” (le temute badanti) e lotta ogni giorno con rabbia, invidia, dolcezza , tra lacrime finte ed astuzie varie, per mantenere in piedi le ultime vestigia di un matriarcato ormai vuoto e vacillante. Quando Alfredo, il figlio, interpretato da Antonello Avallone, che cura anche la regia dello spettacolo, ritorna alla casa materna con l’apparente scusa di soccorrere la genitrice su consiglio del dottore, la battaglia per il potere diventerà quasi un duello per la sopravvivenza tra la virago dalle mille risorse ed il figlio, giornalista e marito fallito, segretamente intenzionato a scrivere un libro‐verità sugli ultimi mesi di vita della madre. Ma la verità che lentamente emerge dai racconti di Regina non è affatto una verità finale, “rivelata”, come se il termine di un’esistenza dischiudesse uno spiraglio allo svelamento del suo mistero, un trucco sapientemente nascosto da cedere a chi resta, ma è piuttosto un’affabulazione allegra e insidiosa che nasconde nuovi trucchi ancor più difficili da decifrare. − Quando non ricordo bene, o qualcosa m’infastidisce, perché non posso metterci un po’di fantasia? − esclama l’anziana signora, rivendicando la sua autorialità. A questo punto saranno le poche certezze rimaste di Alfredo a crollare definitivamente nel giorno del suo travagliato cinquantesimo compleanno, un uomo‐figlio mai davvero libero dai condizionamenti che lei esercita sapientemente con le parole o solo con le intenzioni. L’opera Regina Madre di Manlio Santelli, che debuttò l’8 Luglio 1985 con Isa Danieli e Roberto Herlitzka, ad oggi tradotta in19 lingue è assolutamente da riscoprire, con un testo perfettamente in equilibrio tra dramma e comicità, cinismo e delicatezza, è privo di risvolti prevedibili e regala continue sorprese, lasciando lo spettatore come sospeso, a tratti disorientato dai continui cambi di direzione, a tratti profondamente divertito. I temi toccati sono diversi : la sessualità ( atrofizzata quella di lui, un tempo vivace quella di lei) , l’ironica critica della fede, l’ineffabile legame madre‐figlio che nell’ultimo fatale ricordo d’infanzia di Alfredo, rievocato da entrambi i protagonisti, contiene echi sveviani da “Coscienza di Zeno”. E’ teatro dell’assurdo all’italiana, o meglio ancora “alla napoletana”, in grado di offrire pagine spassosissime come il racconto del cannibalismo di coppia, e di schernire argutamente il soggetto vecchiaia‐morte, senza mai smettere di giocare. Milena Vukotic, classe 1938, che è stata diretta tra gli altri da Zeffirelli, Buñuel, Cocteau e Strehler, regge splendidamente circa 100 minuti di spettacolo riuscendo a catturare continuamente l’attenzione grazie all’instancabile repertorio delle madri : dai rimbrotti e le lamentele, alle moine e i piagnucolii soffocati passando attraverso il potente analgesico della memoria del passato, vittima e carnefice al tempo stesso, con estrema versatilità. In chemise longue di gusto orientale o in abito scuro e filo di perle, la sua Regina è più vitale che mai e non sarà certo lei a darsi per vinta e dichiarare la resa alle avversità nel suo salotto buono di fine Ottocento. − Vuoi sapere perché tengo tutti questi bicchieri pieni d’acqua sui mobili, in giro per casa? Per quest’ arsura continua che sento dentro. La vecchiaia è come una grande siccità. − Esclama una superlativa Milena Vukotic .Giovanni Riga.Per leggere la recensione del collega Lucio Leone clicca qui
TEATRO SAN BABILA MILANOSpettacoli stagione di prosa Martedì - Giovedì - Venerdì - Sabato ore 20.30 Mercoledì - Domenica ore 15.30Biglietti da euro 22 a euro 27,50 Orari Biglietteria Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì e sabato dalle ore 10.00 alle ore 17.00