Sheva, un nuovo cuore rossoblù batte a Genova e molti altri ne farà battere, visto che mai, nella storia ultracentenaria del Grifone, un vincitore del Pallone d'Oro si era seduto sulla panchina del Genoa.
Sheva, l'abbreviativo di Andriy Shevchenko, il 22 enne che mise piede in Italia in una calda mattina di Luglio del 1999, sconosciuto ai più, anche al pubblico rossonero, per indossare la maglia del Milan e diventare il secondo attaccante più prolifico con quella casacca, dietro al grande Gunnar Nordahl.
C'ero in quella calda mattina di luglio e fui il primo giornalista televisivo italiano ad intervistare Sheva, con lui che si stupì nel sentirmi pronunciare quelle quattro parole di ucraino che conoscevo, compreso una canzonicina, ma di questo vi parlerò un'altra volta, limitandomi a pubblicare la foto di quella mattina, era il 1 luglio 1999.
C'ero anche nella giornata del 9 ottobre 2018, non erano neppure trascorsi due mesi dal crollo del Ponte Morandi , quando la Federcalcio, per omaggiare le 43 vittime della tragedia, organizzò l'amichevole Italia - Ucraina, prevista per il giorno dopo al Luigi Ferraris di Marassi. Un'emozione grande rivedere Sheva, dopo molti anni, ma fu un'emozione ancora più grande vedere che un grandissimo campione come lui aveva un cuore grande, grandissimo. Non lo avevo mai dubitato questo, lo aveva dimostrato sempre, sia nelle interviste a Milanello, quando ancora potevi intervistare chi volevi, senza chiedere mille permessi per i vari diritti televisivi che sarebbero arrivati negli anni successivi. Lo aveva dimostrato anche quando lo incrociavi per le strade di Milano e c'era sempre il tempo per un caffè, due chiacchere, oppure in una telefonata di auguri per il compleanno. Sheva , un grande calciatore, ma anche un uomo dal cuore d'oro. Quel ventiduenne, ormai cresciuto che, alla vista delle macerie del Ponte Morandi non riusciva a trattenere le lacrime che scendevano sul suo viso. Mi aveva, ci aveva contagiato e chi era lì ed aveva seguito giornalisticamente e giornalmente la tragedia del Ponte Morandi non riuscì a trattenere le lacrime seguendo le emozioni, il cuore di Sheva.
Quel Sheva, ora allenatore della Nazionale Ucraina che, dopo le cerimonie di rito, non ci pensò due volte a dirmi di sì per un'intervista one to one il giorno dopo in albergo, un intervista dove avremmo parlato del dramma di Genova, prima di andare allo Stadio Luigi Ferraris per l'amichevole di calcio contro la nazionale azzurra.
Mai e poi mai nessuno dei presenti e neppure lo stesso Sheva, immagino, avrebbe pensato che esattamente tre anni ed un mese dopo esatti, il 10 novembre 2021 ci si sarebbe rivisti sempre al Luigi Ferraris, sempre nello stesso Stadio di quell'amichevole tra nazionali ormai archiviata, per l'incoronazione ufficiale dello Zar ( mi sia concessa questa licenza poetica) arrivato dalla lontana Ucraina per sedersi sulla panchina del Genoa. Una panchina bollente per molti ma non per Sheva, l'uomo, il calciatore, il campione dal cuore d'oro, quel cuore che con il passare delle ore diventa e diventerà sempre più rossoblù!
Chissà se Sheva conosce i corsi e ricorsi storici di Giambattista Vico, il filosofo del seicento!
Certo è che oggi a Genova si è chiuso un cerchio, aperto proprio nella zona rossa del Ponte Morandi, chissà che proprio lì non sia iniziato l'amore del Campione per la mia città ? Un giorno di sicuro glielo chiederò.
Quella vissuta oggi è stata una Presentazione con la P maiuscola, come da anni non se ne vedevano a Genova, o forse come non se erano mai viste!
Bisogna andare indietro negli anni , ma di diversi lustri, per ricordare una presentazione del genere, soprattutto se consideriamo che stiamo vivendo ancora in piena pandemia e non era facile organizzare un'evento degno dei migliori clubs della Serie A.
Merito anche della nuova proprietà il Fondo Usa 777 Partners che si è subito integrato con Ufficio Stampa e Marketing dove da anni lavorano ottimi professionisti.
Si è chiusa un'era e se ne apre un'altra e se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, l'Augurio con la A maiuscola che faccio a Sheva e di rimanere qui diversi anni e regalare ai tifosi del Genoa il decimo scudetto, in modo che possa arrivare la prima stella da attaccare sulla maglia del Grifone.
E chissà che con i famosi corsi e ricorsi storici, citati prima, il popolo genoano non possa tornare a sognare in grande, magari rivivendo quei meravigliosi anni novanta, quando i rossoblù sfiorarono la finale di Coppa Uefa.
Sheva , la tua avventura a Genova è appena iniziata e sono convinto che la tua navigazione alla guida del timone rossoblù, iniziata su una nave che stava attraversando un mare in tempesta, piano piano diventi una navigazione serena e tranquilla.
Con gli auguri che ti faccio dal mio profondo del cuore per l'immensa amicizia ed infinita stima che provo per un Campione come te, un Campione dal cuore immenso, un cuore che si è colorato di rossoblù.
E poco importa che il mio cuore sia blucerchiato, l'amicizia, quella vera, supera anche questi campanilismi cittadini e poi i giornalisti, quelli veri devono essere sempre imparziali!
In bocca al lupo carissimo Sheva.
Qui sotto la Conferenza Stampa integrale della Presentazione di Sheva al Genoa.
Le mie due domande sono dal minuto 19'20".