Chi ha avuto modo di vedere, apprezzare ed amare il Musical Rock Spring Awakening sicuramente avrà già segnato in agenda le date della tourneé di Musica Ribelle - La Forza dell'Amore , che debutta al Teatro Nuovo di MIlano il prossimo 29 settembre.
L'idea, che sarà sicuramente vincente, è quella di creare un’opera rock sulla testimonianza artistica, politica e umana di Eugenio Finardi, con le sue canzoni che hanno segnato un' intera generazione.
La rabbia, la ribellione degli anni 70 ripercorrono in parallelo la storia attuale con quella passata, in un mix di emozioni graffiate dal rock di allora. Tutto rigorosamente suonato ed interpretato dal vivo. I brani di Eugenio Finardi, alcuni in versione originale, altri riarrangiati sotto la supervisione dello stesso Finardi, putano su sonorità progressive, punk, hip hop, drum'n'bass, techno, ma ci sono anche ballate e medley del primo decennio della carriera del più “ribelle” cantautore italiano. Ed allora ecco: Dolce Italia, Patrizia, Diesel, Voglio, Non è nel cuore, Un Uomo, Extraterrestre, La radio, e le immancabili La forza dell’amore e Musica Ribelle.
Musica Ribelle è un’opera che, per i suoi contenuti e per la sua forza evocativa, parla un linguaggio di verità e di autenticità, sia alle nuove generazioni sia al pubblico tradizionalmente legato al teatro di prosa.
Ne viene fuori uno spettacolo emozionante, schietto, crudo, eseguito da un cast di grandissimo talento e un gruppo di musicisti, anch’essi attori, che suonano dal vivo.
Il tutto in una cornice scenica essenziale ed efficace, in cui si inseriscono soluzioni di video grafica di commento alla drammaturgia.
Dopo il grande successo di Todomodo con Spring Awakening, Musica Ribelle voleva essere un’opera dalla netta matrice rock, una storia che parlasse ancora a quelle migliaia di ragazzi che hanno seguito per oltre due anni le rappresentazioni in Italia di Spring Awakening e che lo hanno così tanto amato.
A fianco di Todomodo c’è BaGS Entertainment, nota per i tour italiani di CATS, Parsons Dance e soprattutto per la produzione di NEWSIES della Disney che, come Musica Ribelle, raccontava una storia di ragazzi pronti a ribellarsi e a combattere per affermare e difendere i propri diritti.
Musica Ribelle parla “a” e “di” loro, ma offre moltissimi spunti di riflessione anche alla generazione protagonista di quegli anni. Una storia che parla con loro, ma parla anche “di” loro, e delle generazioni più mature. Una storia di ragazzi e ragazze, di uomini e donne, di politica, di poesia, amore, vita, musica.
LA STORIA
Milano, oggi. Un vecchio scantinato da tempo in disuso viene affittato da una street gang di giovani rapper, graffittari, dj per preparare un rave notturno. Lo occuperanno solo per una settimana, un periodo troppo breve per non insospettire l’attempato proprietario della cantina, il signor Hugo. In realtà quello non è il suo vero nome, ma quello dato da Lara93, giovanissima leader della gang, anche lei “protetta” da nickname di circostanza. Tra i due nasce subito uno scontro fatto di schermaglie verbali, che nasconde però una profonda curiosità reciproca.
É la stessa cantina ma ora siamo nel ‘73, e quello è il covo di un collettivo politico, la sua sala prove, la sua stamperia, la sua radio libera. Vento, un ragazzo ribelle, sempre “contro”, impegnato politicamente ma anche un po’ superficiale e sognatore cui l’ortodossia va stretta, è il leader di un collettivo giovanile immerso, come molti della sua generazione, nelle utopie e nelle contraddizioni degli anni settanta, decennio che la nostra storia attraversa per intero.
Le storie dei due protagonisti, corrono in parallelo. Sette anni per Vento e il suo collettivo, sette giorni per Lara93 e il suo mondo di dropouts ai margini del sistema.
NOTE DI REGIA
MUSICA RIBELLE è la mia prima creazione originale.
Lo spettacolo non esisteva prima del febbraio 2017.
Da circa quarant’anni esisteva il lavoro di Eugenio Finardi, la hit del suo secondo album “Sugo”. Oggi esiste anche questo spettacolo che a partire dal mondo poetico e musicale di Eugenio racconta una storia giovanile piena di passione, forza e amore.
Ho sempre pensato che la creazione di questo specifico racconto per il palcoscenico presentasse dei livelli di complessità molto alti: due epoche da raccontare, sette anni e sette giorni, un unico spazio scenico, un cast impegnato in doppi ruoli, la musica dal vivo con band da integrare nella fabula, la volontà di muovere i corpi con un linguaggio fisico inedito per il nostro teatro musicale, un immaginario video da far vibrare con la musica.
Una complessità che alle volte è sembrata insormontabile ma che poco alla volta si è rivelata lo strumento necessario e ineludibile per raccontare la complessità della vita e delle relazioni di dieci giovani, uomini e donne in lotta per la determinazione di un futuro degno di essere vissuto.
E se come ci indicavano i tragici greci, la catarsi è l’obiettivo finale del rito del teatro, tanta complessità alla fine si è sciolta anche per noi in una verità semplice, una verità dello spettacolo, una verità in cui credo io: che in ogni epoca e ad ogni latitudine uomini e donne abbiano un bisogno pressoché unico, il bisogno di curare paure e debolezze con quella che Eugenio chiamò “la forza dell’amore”.
Emanuele Gamba.
