Lo spettacolo “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere” è l’adattamento teatrale del libro best seller di John Gray curato dall’attore Paolo Migone. Il libro è l’esito dell’esperienza del terapista e consulente matrimoniale Grey che ha realizzato il libro per aiutare le coppie a comprendere la loro diversità e accettarla trovando un punto di equilibrio.
“Tanto tempo fa i marziani e le venusiane si incontrarono, si innamorarono e vissero felici insieme perché si rispettavano e accettavano le loro differenze. Poi arrivarono sulla terra e furono colti da amnesia: si dimenticarono di prevenire da pianeti diversi.”
La frase qui sopra riportata è quella recitata all’inizio dello spettacolo, attraverso questa comprendiamo il senso dei contenuti del libro e dello spettacolo. Donne e uomini spesso non vanno d’accordo perché non ricordano che sono diversi, ma è possibile vivere in pace senza odiarsi o litigare attraverso la consapevolezza della diversità. Paolo Migone ricalcando il testo dell’autore del libro cerca di diffondere al pubblico italiano gli insegnamenti dello psicologo statunitense. Il cabarettista è dotato di un’accesa comicità e di un talento speciale confermato non solo dalla sua presenza in spettacoli televisivi come “Zelig” oppure dalla vittoria del Delfino D’oro alla carriera come miglior cabarettista dell’anno nel 2012, ma anche dal fatto che durante lo spettacolo – giunto ormai alla sua duecentesima replica – in scena al Teatro Manzoni di Milano il pubblico non si teneva letteralmente dalle risate. Paolo è stato in grado – senza effetti speciali e con una scenografia essenziale – di intrattenere il pubblico facendolo divertire in modo esagerato per più di due ore con il “solo” monologo e la sua bizzarra comicità. Tutto questo non è semplice anzi molto difficile, dato che è facile annoiare le persone in sala sopra tutto con un monologo lungo, ma Poalo è dotato di un talento grande!
Se parliamo più specificatamente dello spettacolo, questo mi sembra simpatico ma esageratamente farcito di luoghi comuni che potevano essere adatti a rappresentare la vita di coppia negli anni ’90 – periodo in cui è stato pubblicato il libro – ma che alla luce dei giorni odierni potrebbero apparire superati. Inoltre il punto di vista valorizzato nello spettacolo è quello maschile mentre quello femminile è più pallido e meno affrontato, questo non rende lo spettacolo maschilista ma amputato di un elemento fondamentale. Sarebbe stato interessante una rappresentazione teatrale più profonda e che trattasse - con i toni della frizzante comicità di Migone - di temi più istruttivi, meno scontati e che magari - durante lo spettacolo - si giocasse maggiormente sulla simpatica idea dei due pianeti dai quali proverrebbero uomini e donne.
Al di là di questo lo spettacolo è stato molto apprezzato dal pubblico in sala ed è questo ciò che conta!
