“Due” è una commedia teatrale che vede Raoul Bova nei panni di Marco e Chiara Francini nei panni di Paola. Marco è un insegnante di educazione fisica che nella rappresentazione teatrale è nell’intento di montare il letto della coppia nella nuova casa. Paola invece è presa dai pensieri e inizia a interrogare Marco sul loro futuro insieme. Sul palco oltre ai protagonisti abbiamo la struttura del letto centrale, dieci sagome che rappresentano
facce e personaggi del futuro che gravitano intorno alla loro vita e che spesso possono trasformarsi in motivi di scontro e tensione. Sebbene le sagome siano immobili, esse prendono vita e sono interpretate da Marco se sono protagoniste del pensiero di Paola, al contrario da Paola se sono soggetti protagonisti dei pensieri di Marco. Durante lo spettacolo ci sono dei momenti di ballo che a mio avviso testimoniano l’intesa emotiva e sensuale che la coppia continua ad avere nonostante le tensioni e le incomprensioni. Marco interpreta il passo che sta compiendo con Paola valorizzando il traguardo della convivenza e non tanto del matrimonio, per lui ciò che è importante è il fatto di convivere e non tanto il fatto formale di sposarsi. Al contrario Paola è più concentrata sul matrimonio. Questi due punti di vista diversi si ripercuotono nei pensieri che fanno i due protagonisti, Paola è stressata dalle paure derivanti da un fatto formale come lo sposarsi che vede come contratto per la vita, cerca di trovare in Marco risposte e sicurezze che lei non solo non trova ma che la agitano enormemente. Marco invece è più interessato alla convivenza, perciò per lui è più importante, non dico vivere alla giornata, ma comunque aspettando di vedere quello che porta il futuro e vivere il presente.
La rappresentazione è realizzata da due attori che sono artisti a trecentosessanta gradi.
Raoul Bova oltre ad essere di una bellezza rara e di un fascino unico, interpreta alla perfezione il suo ruolo di giovane uomo alle prese con una stressante futura moglie. Sul palco sfoggia i suoi bicipiti e tricipiti che non solo hanno fatto perdere la testa a me, ma a chiunque nel pubblico. Durante questa interpretazione ha curato il suo personaggio fino al più piccolo particolare, si muove, parla e trasmette un modo di essere perfettamente coerente con il ruolo che interpreta. I suoi occhi parlano da soli, in più la sua tenerezza e gentilezza nei confronti del pubblico, lo rendono un attore unico perché dotato di un’umanità che non ha rivali.
Chiara Francini è stata speciale. Devo dire che mi ha sorpreso e non poco, era indubbio ormai il suo talento ma questo personaggio a mio avviso valorizza a tutto tondo le sue capacità di artista. Soprattutto quando interpreta il fantasma di Epicuro, realizza un’interpretazione di una simpatia vorticosa, tante che quando quella scena finisce, mi è personalmente dispiaciuto tantissimo e ho sperato che il famoso filosofo tornasse a farci un salutino. Oltre alla sua smisurata bellezza, al suo cuore grande, alla sua sensibilità, Chiara dimostra avere una grande padronanza nello stare sul palco e un grande feeling con il personaggio che interpreta.
Complimenti alla regia di Luca Miniero e Astullio Smeriglia. Per Miniero questa rappresentata teatrale consiste in un battesimo, perché ha sempre lavorato per il cinema. Prova assolutamente superata, d'altronde basta osservare il teatro ieri sera, totalmente pieno, come tutte interpretazioni precedenti nella scorsa stagione, che sono state sold-out. Disegno, luci, scenografie e costumi essenziali ma coerenti con la rappresentazione.
Una delle canzoni che ha accompagnato il ballo della coppia durante lo spettacolo è stata “Lontano dagli occhi” di Sergio Endrigo, essa ha suscitato pensieri nostalgici in molti del pubblico, giacché è una canzone che ha avuto molto successo nel passato ed è di una pesante carica emotiva. Tuttavia la canzone racconta anche una fase che hanno vissuto i nostri personaggi, quello della lontananza, certo intellettuale e non fisica, ma che li ha portati a bisticciare e dividersi per la paura di affrontare le sfide del futuro. Tutta via la commedia finisce con la coppia che, stanca delle tante paranoie, decide di viversi il presente e fare l’amore per rendere qual presente speciale e travolgente.