Torna nei teatri italiani “Cinecittà”, lo spettacolo di Christian De Sica che nella scorsa stagione ha conquistato i teatri italiani raccogliendo ampi consensi di critica e reazioni entusiastiche del pubblico. Lo spettacolo, infatti, è stato il terzo show italiano per incassi (dato Siae) dei primi sei mesi del 2014. “Cinecittà” è un musical in grande stile, con orchestra, ballerini, scale illuminate, piume di struzzo, paillettes e tanto amore per il cinema. Christian De Sica rende omaggio agli indimenticabili studi di Cinecittà aprendo agli spettatori il suo amarcord ricco di materiali che vengono dalla famiglia, in particolare dal padre Vittorio e dall’incontro con altri indimenticabili divi che hanno fatto la storia del cinema. Nello show si incontrano Anna Magnani, Sofia Loren, Gina Lollobrigida, Marcello Mastroianni, Anthony Quinn, ma anche Audrey Hepburn, Cary Grant e Gregory Peck. Allo “zio” Alberto Sordi è dedicato un affettuoso omaggio, mentre Federico Fellini è una presenza ricorrente in tutto lo spettacolo. Ma i ricordi di Christian De Sica sono fatti anche da divertenti aneddoti legati al “dietro le quinte”, aneddoti di macchinisti, comparse, truccatrici e doppiatori che hanno lavorato e vissuto Cinecittà e che l'attore racconta con l’abilità di un istrionico showman. Coadiuvato da un’orchestra di 19 elementi diretta dal M° Marco Tiso, Christian mette in evidenza le sue doti canore e da bravo crooner interpreta un repertorio swing fatto di brani classici come “Baciami piccina”, "Ma 'ndo vai?", “New York, New York”, ma anche dell’inedito “Cinecittà” scritto da Claudio Mattone appositamente per lo show. Sul palco, al fianco di Christian, tre giovani ed ecclettici attori, Ernesta Argira, Daniele Antonini e Alessio Schiavo, e un corpo di ballo di sei elementi che interpretano le coreografie stilizzate alla Bob Fosse di Franco Miseria. Regia firmata da un grande protagonista del teatro e della televisione italiana come Giampiero Solari. Lo spettacolo, in scena dal 7 dicembre scorso, approda al Teatro Nuovo di Milano da domani, 17 febbraio sino a domenica 22, prima di proseguire la tournèe che si concluderà a fine aprile. Ho avuto la fortuna di vedere lo spettacolo, sempre a Milano, lo scorso anno a Gennaio al Teatro degli Arcimboldi, dove sono riuscito, grazie alla preziosissima collaborazione di Cristina Atzori ed Alessandra Paoli - ufficio stampa di BaGS Entertainment , a realizzare una bellissima intervista con Christian De Sica che vi ripropongo integralmente.
Christian De Sica in Cinecittà
Christian De Sica arriva all’appuntamento al Teatro Arcimboldi con cappotto e sciarpa avvolta attorno al collo, come grandi artisti….e lui è uno di questi, uno tra i più popolari personaggi del cinema e dello spettacolo italiano. E’ la prima volta che posso intervistare l’attore e, sicuramente, un pizzico di emozione in me non manca. Due ore di spettacolo dove Christian De Sica racconta la storia di Cinecittà, in un varietà che parte dalla nascita degli studios italiani per passare al Neorealismo, agli anni della Dolce Vita sino ad arrivare ai giorni nostri con i cinepanettoni e le tante trasmissioni televisive che vanno in onda tra le mura degli studi cinematografici. Con De Sica sul palcoscenico ci sarà una compagnia teatrale vera e propria, con tre spalle che spalle non sono, come tiene a specificare Christian , ma anch’essi attori protagonisti dello show : Daniela Terreri, Daniele Antonini ed Alessio Schiavo. Un grande spettacolo con ballerini ed un orchestra di quaranta elementi in scena. Il tutto ambientato all’interno del TEATRO 5 di Cinecittà, in quello che fu il teatro di posa preferito da Federico Fellini . Un mix tra cinema e teatro con irresistibili racconti di vita vissuta, divertenti gag su provini, monologhi su storie vere, su figure nascoste alla macchina da presa e tante tantissime canzoni evergreen che Christian de Sica interpreta alla grande, forte delle sue doti canore oltre che di abilissimo attore.Perchè uno spettacolo con questo titolo? “Beh a Cinecittà io sono legatissimo, la prima volta che varcai i cancelli di quello che per me era ed è un regno magico fu quando mio padre Vittorio mio portò con lui, era il 1959 ed avevo otto anni. Sotto la regia di Roberto Rossellini si stava girando il film il Generale della Rovere, mio padre e Vittorio Caprioli dovevano interpretare la scena della fucilazione. Mentre i due si rotolavano nella neve mi ricordo le parole di Rossellini che, gustando tranquillamente una coppa del nonno, continuava a ripetere di fare meno….Alla fine, dopo aver girato quella scena almeno una decine di volte si stufò e prese come buona l’ultima urlando a papà ed a Caprioli di morire. Poi, guardandomi, borbottò qualcosa e mi consigliò, scherzosamente, di non fare l’attore e di pensare a studiare. Da quella volta, ogni volta che potevo, mi recavo a Cinecittà perchè ero attratto in maniera irresistibile da quel mondo. Ho iniziato facendo piccole, piccolissime parti, di nascosto dai miei genitori ; poi ho esordito con i cinepanettoni, la mia carriera insomma la conoscete….ho avuto modo di lavorare anche con produzioni americane come nel film The Turist con Johnny Deep ed Angelina Jolie. La storia di Cinecittà assomiglia molto alla storia d’Italia, dai tempi di Mussolini che la fondò, sino ai nostri giorni. Negli studi di Cinecittà sono stati girati più di 3000 film, 90 dei quali hanno ricevuto una candidatura all’Oscar, e ben 47 di questi hanno vinto la prestigiosa statuetta”. Christian De Sica-Cinecittà_foto di Angelo RedaelliC’è un annedoto che ricorda volentieri dei suoi giorni a Cinecittà? ” Certo, ci sono tantissime storie da raccontare, soprattutto quelle delle comparse, negli anni d’oro erano migliaia. Ricordo una volta di aver visto una comparsa vestita da centurione romano in sella ad una Vespa e poi come dimenticare la celebre Liz Taylor che, prima di diventare famosa, fece la comparsa nel film Quo Vadis, con una tunichetta addosso. Per Liz, ancora sconosciuta a tutti, era l’unico modo per varcare i cancelli di Cinecittà. Quelli erano gli anni d’oro degli studi cinematografici romani, con le grosse produzioni americane che preferivano Roma ad Hollywood. Anni indimenticabili, forse impossibili da rivivere, però provate a chiedere nel mondo come si chiamano gli studi cinematografici in Inghilterra, in Francia, in Spagna, in Germania ! Nessuno lo sa !!! Ci sono solo due nomi universali uno è Hollywood l’altro Cinecittà.”Io avevo avuto il piacere di vederla in scena a teatro con “Un Americano a Parigi ” proprio qui a Milano, 13 anni fa al Teatro Nuovo ed ho sempre pensato che lei sia l’unico attore in grado di riproporre, riportare in scena la rivista….il varietà “Grazie del complimento, in effetti a me il varietà è sempre piaciuto tant’è che recentemente in Rai mi avevano proposto di fare quattro puntate di varietà in prima serata, ma lo volevano fare con pochissime risorse, spendendo pochissimi soldi. Il varietà per essere tale deve essere lustrini, pailettes, devono esserci ospiti con la O maiuscola, corpo di ballo, orchestra. Mica si può fare un varietà con pochi euro…..ed allora ho preferito dire no, rispondere ai dirigenti il varietà fatevelo da soli e scegliere il teatro. Il Varietà è tutto, è quello che manca soprattutto in televisione, è una fetta della storia d’Italia ed allora è un piacere per me portare in palcoscenico questo spettacolo che altro non è che il varietà… Cinecittà è uno spettacolo d’evasione, dove si canta, si balla e si recita. A Milano poi sono molto affezionato… io ho rischiato di nascere in questa città. Sono nato il 5 gennaio 1951 mentre mio padre in Piazza Duomo girava la famosa scena di Miracolo a Milano dove i poveri volano in cielo a cavallo delle scope sottratte ai netturbini. Sempre a Milano ho debuttato nel 2000 con il Tributo a George Gershwin – Un Americano a Parigi… Allora andò molto bene… ed eccomi qui per la terza volta a respirare la polvere del palcoscenico. Un emozione impagabile recitare davanti al pubblico e, come già feci nelle precedenti esperienze teatrali, anche questa volta, in alcuni momenti dello spettacolo chiedo alla regia di lasciare accese le luci in platea per poter vedere in viso il pubblico, per capire se si diverte o no… Il migliore complimento mi è stato fatto nei giorni scorsi quando una signora si è detta dispiaciuta perchè lo spettacolo era durato solo un ora… in realtà sto in scena per due ore… il fatto che alla signora sembrasse fosse durato solo un ora significa che il ritmo è incalzante, che non ti accorgi del tempo che passa, che non ti annoi… questo è il massimo per me”. Christian De Sica-Cinecittà_foto di Angelo RedaelliNello spettacolo c’è un commovente omaggio ad Alberto Sordi, uno dei più grandi attori italiani. «Per me Alberto è stato uno zio, uno di famiglia, era spessissimo a casa nostra. In Cinecittà non faccio vedere il comico ma il Sordi intimo, quello privato. Lui ha rivoluzionato in maniera totale la comicità in Italia. All’inizio della mia carriera molti mi dicevano che imitavo papà ma io in realtà imitavo Sordi in tutto e per tutto. Prima di morire il grande Albertone mi disse: “Senti, ogni volta che passi davanti a una mia foto, mettici un moccoletto, fa una preghierina e dimmi grazie”. Che grande uomo che era!».Ma cosa è per lei Cinecittà ? «Cinecittà per me è tutto, ma è anche il marchio dell’Italia nel Mondo. Non siamo conosciuti solo per la pizza, la Ferrari, per Armani. Insomma nel mondo non ci sono solo le auto, il cibo, la moda italiana, fortunatamente c’è anche il cinema italiano. Gli americani hanno imparato moltissimo da noi. Roberto Rossellini, Luchino Visconti, mio padre stesso furono i primi a portare le macchine da presa in strada. Il neorealismo ha insegnato moltissimo, soprattutto ai registi americani che erano abituati a girare le scene dei loro film solamente nei teatri di posa. Cinecittà per anni è stata la Hollywood sul Tevere. E’ la nostra memoria, la nostra fabbrica dei sogni, è quello che ogni sera cerco di raccontare, di trasmettere al pubblico. Canto, ballo, recito e sudo tantissimo, tant’ è che il Regista Giampiero Solari ha studiato una scaletta di bicchieri d’acqua tutta per me. A 62 anni mica ho il fisico per reggere due ore di scena tutto da solo – e qui parte la risata- ecco perchè ci sono altri 3 attori sul palcoscenico…non gliela potevo proprio fa… anzi se non andavo in scena quest’anno mica potevo proporlo a 70 anni questo varietà – e giù un altra risata- Cinecittà era, è e rimarrà per sempre nel mio cuore. Il cinema italiano va rivalutato e sono felicissimo che ” La Grande Bellezza” di Sorrentino abbia vinto il Golden Globe, non mi stupirei se il film riuscisse a vincere anche l’Oscar. ( cosa che succederà visto che l'intervista era stata realizzata il 13 gennaio 2014 ndr.) Tornando a Cinecittà io mi auguro e spero per gli studi una vita eterna, il pericolo è che qualcuno lo voglia trasformare in un parco a tema, in un outlet. Io dico che se si distrugge Cinecittà si distrugge la fabbrica dei sogni, italiani e non ». Le interviste si susseguono a raffica e noto che Christian De Sica è disponibilissimo ed ha una pazienza incredibile nell’affrontare una miriade di domande, nell’accontentare tutti i giornalisti che attendono pazientemente il loro turno e nell’accontentare anche me che, alla fine chiedo una foto assieme a lui. Che grande attore, che grande uomo. Grazie Christian. Paolo Colombo.CINECITTA’ - Tour 2014/2015FEBBRAIO dal 17 al 22 - MILANO - TEATRO NUOVOMARZO dal 5 all'8 -SALERNO - TEATRO VERDI 10 - LECCE - POLITEAMA 12 - TARANTO - PALAMAZZOLA 14 e 15 - REGGIO CALABRIA - T.CILEA 17 e 18 - CATANIA - T. METROPOLITAN dal 20 al 29 - PALERMO - T. AL MASSIMO 31 - COSENZA - T. RENDANOAPRILE 2 - BARLETTA - T. CURCI 10 e 11 - TRIESTE - T. ROSSETTI 14 e 15 - SANT'ARPINO - TEATRO LENDI 17 - LATINA - T. D'ANNUNZIO 18 e 19 - AVEZZANO - T. DEI MARSI 21 – SAN BENEDETTO DEL TRONTO - T. PALARIVIERA 23 e 24 - SPOLETO - T. NUOVO