Tar del Lazio vs Alfano 1-0. Se non bastavano i disastri provocati dal peggior Ministro degli Interni della Storia della Repubblica Italiana, ultimo quello degli hooligans olandesi a Roma, ecco che la Angelina ( mi diverto a chiamare al femminile tutti gli omofobi, come nel caso di alfano) incassa un' altro duro colpo, quello sui matrimoni gay ! In termine pugilistico sarebbe un bel ko, in termine calcistico un secco 1-0 e via a casa. Non avesse la faccia di tolla che si ritrova la Angelina si sarebbe già dimessa... Se fossimo in una Nazione seria lo avrebbero già cacciato a calci nel sedere, altro che Ministro degli Interni ! Lo ha deciso il Tar del Lazio che accolto il ricorso di alcune coppie contro l’annullamento disposto dal prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, su indicazione del ministro Angelino Alfano, della trascrizione del loro matrimonio contratto all’estero nel registro dell’Unioni Civili del Comune di Roma. Gli stessi giudici hanno precisato comunque che i matrimoni per la legge non possono essere trascritti, ma per adesso restano validi. Chissà che attacco di bile sarà preso all'omofoba Angelina, me lo immagino verde dalla rabbia con la bava alla bocca, quadretto abbastanza disgustoso da immaginare. La storia ha una data di inizio, il 18 ottobre quando a Roma, in Campidoglio alla presenza del Sindaco Ignazio Marino, 16 coppie gay avevano trascritto nel registro dell'anagrafre le nozze contratte all'estero, dove i matrimoni tra persone dello stesso sesso sono ammessi. Immediatamente era scoppiata la polemica ed il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, aveva invitato i prefetti di tutti i Comuni che stavano procedendo in tal senso ad annullare le trascrizioni. Il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, dopo aver intimato a Marino di annullare gli atti, aveva proceduto tramite un’ordinanza. Alcune coppie avevano presentato ricorso. Ed oggi, 9 marzo è arrivato appunto il primo verdetto che annulla l'omofobia e l'oscurantismo della Angelina e dei suoi prefetti.
La prima sezione del Tar del Lazio ha dunque deciso che nè il Ministero degli Interni nè tantomeno i prefetti possano annullare le trascrizioni, accogliendo i ricorsi di alcune coppie contro la decisione di Pecoraro del 31 ottobre. Nel decidere tali controversie, «il giudice amministrativo ha eseguito una ricognizione della normativa comunitaria e nazionale e della giurisprudenza costituzionale e di legittimità, giungendo ad affermare che: l’attuale disciplina nazionale non consente di celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso e, conseguentemente, matrimoni del genere non sono trascrivibili nei registri dello stato civile; tuttavia, l’annullamento di trascrizioni nel registro dello stato civile di matrimoni contratti da persone dello stesso sesso, celebrati all’estero, può essere disposto solo dall’Autorità giudiziaria ordinaria; il ministero dell’interno e le prefetture, quindi, non hanno il potere di intervenire direttamente, annullando le trascrizioni nel registro dello stato civile di matrimoni contratti da persone dello stesso sesso, celebrati all’estero». I matrimoni contratti all'estero tra persone dello stesso sesso dunque resteranno trascritti fino a quando qualcuno eventualmente chiederà al giudice civile di pronunciarsi: la legge sullo stato civile stabilisce che l’unico che può farlo è il Procuratore della Repubblica.

Tar del Lazio
Dopo la decisione del Tar del Lazio sono arrivate, immancabili le prime bordate all'Angelina. Primo di tutti è stato il Sindaco della Capitale, Ignazio Marino: «Tutto questo deve ancora di più essere interpretato come uno stimolo al Parlamento, ma lì sono certo che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi come ha detto in diverse occasioni provvederà a sollecitare egli stesso un percorso legislativo che sia accurato e che colmi il vuoto che in Europa esiste soltanto in Grecia e l’Italia»
Il Sindaco di Roma Capitale Ignazio Marino
A seguire è arrivato il commento di Flavio Romani, presidente di Arcigay : "Abbiamo sempre sostenuto che la circolare del Ministro Alfano che ordinava l'annullamento delle trascrizioni dei matrimoni samesex fosse un abuso. Ora che è un tribunale a dirlo, il Ministro prenda nuovamente in mano carta e penna e ci firmi, questa volta, le sue dimissioni . Il teatrino di annullamenti e ricorsi a cui il vicepremier ha costretto le coppie interessate da questi provvedimenti e i primi cittadini che le hanno sostenute è a dir poco umiliante e testimonia un accanimento del Ministro nei confronti di un gruppo di cittadine e cittadine, contro i quali non ha risparmiato l'uso improprio degli strumenti e dei poteri conferitigli dalla carica istituzionale. Questo - prosegue Romani - è l'aspetto più grave che riscontriamo nella sentenza emessa dal Tar del Lazio: quell'abuso ha del persecutorio ed è inammissibile che una figura istituzionale agisca in questo modo. Da tempo sottolineiamo l'inadeguatezza del Ministro Alfano nel ruolo che il Premier Renzi gli ha affidato: non occorrono altre argomentazioni in merito, sono le sentenze a renderlo evidente. Alfano si dimetta e ci liberi dalla sua omofobia assillante", conclude Romani !

Flavio Romani - Presidente Arcigay
Altra bordata arriva dal Senatore del PD Sergio Lo Giudice: "La decisione del TAR de Lazio è pioggia sul bagnato per Alfano. Già il procuratore di Roma l'aveva detto pubblicamente e il tribunale di Udine l'aveva scritto in una sentenza: solo un giudice può disporre la cancellazione di un atto anagrafico. Per coltivare le pulsioni anti gay del suo partitino da 3% Alfano sta mandando allo sbaraglio i Prefetti delle maggiori città italiane facendo compiere atti contrari alla legge. Quanto ancora dovremo aspettare perché il Ministro dell'interno smetta la sua crociata contro le coppie dello stesso sesso e si occupi di garantire la sicurezza degli italiani?". Durissimo Sergio Lo Giudice , il cui matrimonio in Norvegia, trascritto dal Sindaco di Bologna era stato cancellato dal Prefetto a seguito della circolare Alfano.

Senatore Sergio Lo Giudice
E sempre in tema di matrimoni gay o coppie di fatto ( voglio ricordare che il problema esiste anche per le coppie etero non sposate) sempre oggi sono arrivate novità con una timida apertura che il Governo Renzi ha espresso in sede internazionale in tema di matrimonio egualitario e legge contro l'omotransfobia . "Apprendiamo con favore del recepimento da parte del Governo italiano delle raccomandazioni Onu in tema di diritti delle persone lgbt, ma come sempre attendiamo la prova dei fatti": Flavio Romani, presidente di Arcigay, commenta con prudenza l'apertura del Governo Renzi .

"Gli impegni presi dall'Italia - prosegue Romani - tracciano obiettivi per noi assolutamente condivisibili: si parla di apposite norme di contrasto all'omotransfobia e di estensione del matrimonio civile a tutte le coppie, comprese quelle formate da persone dello stesso sesso. L'auspicio è che questo sia davvero l'obiettivo e che, ad esempio, il principio di uguaglianza non lo si voglia ridimensionare a formule parziali e comunque discriminatorie, ma anzi rimanga il faro che guida questa discussione. E soprattutto attendiamo che, dopo anni di annunci infruttuosi, si possa dare per chiusa la fase delle parole per passare finalmente a quella dei fatti, perché il tempo, quando si parla di diritti fondamentali, non è una questione secondaria. Quindi il Governo si responsabilizzi non solo rispetto agli obiettivi - chiosa Romani - ma anche rispetto all'urgenza con cui essi devono essere raggiunti".

Quest'ultima foto è tratta dal sito del Corriere della Sera.