Quando incontri Maria Silvia Fiengo hai subito la sensazione che definirla una candidata indipendente nelle liste del PD al Consiglio regionale della Lombardia, alle elezioni del 4 marzo, sia molto riduttivo. Meri, per tutti coloro che la conoscono, è molto di più. Donna, madre di 4 vivacissimi figli, tre maschi e una femmina, moglie di Francesca, una vita nel’associazionismo LGBT, fondatrice di Famiglie Arcobaleno e della casa editrice Lo Stampatello che combatte gli stereotipi anche di genere, è soprattutto una persona disponibile all’ascolto. Una donna che sa cogliere il bisogno di buona politica della gente comune. Sì perché Fiengo si confronta, è ìnclusiva, accogliente, mai un tono sopra quello del suo interlocutore. Possiede una capacità di mediazione senza mai scendere al compromesso al ribasso con il potere, che le viene dall’impegno ventennale nella società civile e dal suo legame con il territorio.
E lo si comprende anche quando non nomina chi, nel centrodestra, vorrebbe tornare indietro sui diritti civili e cambiare la faticosissima legge sulle Unioni Civili, a poco più di un anno dal suo varo. Legge che ci ha imposto l’Europa dopo molti richiami, visto che eravamo tra gli ultimi, nel civilizzato occidente, a non aver normato le convivenze tra persone dello stesso sesso: “A quei politici che cercano di far parlare di sè attaccando le Unioni Civili- legge giusta e incompleta- dico che indietro non si torna” chiarisce subito Fiengo. “A chi è sempre stato fin troppo disinvolto con la propria famiglia e pretende di insegnare agli altri come metterla su e cos’è una famiglia voglio solo dire: siete rimasti indietro, noi siamo andati oltre. Siamo famiglie come tante altre e non siamo meno uguali delle altre. Siamo parte del mondo.”
Il tono è sereno, come dire: non togliamo niente a nessuno, aggiungiamo qualcosa, esistiamo, rispettiamo le scelte degli altri, chiediamo di essere rispettati. Siamo cittadini anche noi, coi nostri figli e con i problemi di tutti. Punto. Chiarezza di pensiero, fiducia nel dialogo anche con chi la pensa in modo divero e - parole dirette per rivendicare i diritti - che non sono solo quelli del mondo lgbt. Da donna che ha sempre lavorato e da madre di quattro figli, conosce bene i problemi del vivere quotidiano. Le stanno a cuore i temi che riguardano il benessere sociale e delle famiglie tutte. Per Meri la politica "può e deve aiutare le persone a vivere meglio". Ecco allora che è pronta a battersi soprattutto per una sanità migliore, per la concreta accessiblità alle strutture pubbliche, senza aspettare anni per una visita o un esame specialistico, anche in favore di chi ha meno possibilità.
La parola diritti è estesa dunque a tutte le minoranze con la concretezza di attuare anche quelle politiche di integrazione per gli immigrati che sono una risorsa e che rispettano la legalità.
"Sicurezza e Legalità, sono temi che non possono essere regalati alla destra". Sostiene una cultura inclusiva dove il termine cultura è inteso nel suo senso più ampio: "ricchezza collettiva, luogo delle opportunità, di crescita ed espressione personale, di connessione tra centro e periferia soffermandosi in particolare sui bisogni dei giovani e degli adolescenti."
“Dopo anni di impegno concreto sui temi dei diritti LGBT, di battaglie parzialmente vinte insieme, sento di poter portare questa esperienza nella mia Regione” Ci dice.
"Mi sono candidata perchè credo nel cambiamento insieme a quella squadra, il PD, che vuole vivere in una regione democratica, rispettosa, aperta e attenta"