Da pochissimi anni l' ONU ha deliberato che il 20 marzo sia da considerarsi come " La Giornata Internazionale della Felicità ". Questo segnale, anche se formale, ha posto finalmente l' attenzione del mondo anche sulle condizioni di vita non prettamente materiali dei popoli. Senza dimenticare ovviamente le drammatiche condizioni di sopravvivenza di molti paesi e territori si è cominciato ad indagare e a dare un valore maggiore al lato spirituale, affettivo e psicologico del vivere quotidiano degli esseri umani. Ciò probabilmente è da considerarsi figlio della grande depressione economica che nel mondo occidentale sta divorando molto rapidamente le illusorie mire espansionistiche ed eternamente progressiste del capitalismo finanziario post moderno. Ma tant' é, se questo utilitaristico interesse da parte del potere politico ed economico verso la nostra felicità, servirà anche solo per fornirci nuovi servizi e prodotti più vicini alle nostre esigenze di vita, migliorandocela, non potremo che esserne appunto felici. L' ONU, attraverso una serie di studi statistici e dati ufficiali sul PIL pro-capite di oltre 150 paesi del mondo stila annualmente una classifica sul grado di felicità presente nelle varie nazioni aderenti al programma ed emette il suo World Happiness Report. Parallelamente e precedentemente la società di indagini statistiche Gallup World Pool, leader del settore, dal 2005 ha cominciato a porre domande sulla concreta percezione di vita (felice o infelice) ad un campione di circa mille individui per ognuna delle circa 150 nazioni che vengono prese in considerazione.
I popoli più felici al mondo.
I risultati delle due ricerche sono molto contrastanti e qui trovate una sintesi dei risultati. Per le Nazioni Unite il popolo più felice al mondo é quello svizzero e a seguire troviamo diversi stati prevalentemente nordeuropei, mentre per la Gallup tutte le prime posizioni sono occupate da paesi latinoamericani. Parrebbe quindi che gli europei vivano meglio e stiano meglio oggettivamente mentre i latini se la sappiano spassare anche se non dispongono di molti soldi e servizi. Meglio non cercare in nessuna classifica gli italiani nelle prime 50 posizioni.
Gli italiani del futuro dovranno assolutamente essere così: sereni, entusiasti e quindi felici Questo triste risultato del nostro paese era, almeno da me, ampiamente atteso tant' é che mi era sgorgato dal cuore il post di qualche tempo fa che ho scritto sempre per l'Ovetto di Colombo: Il mondo ha solo bisogno di persone felici. Credo fortemente in quello che ho scritto in quel post e vi confido che proprio l'atto di scrivere rappresenta per me un vero momento di felicità. Per me è stata una conquista faticosa e tardiva e sono perciò sicuro che non sia mai troppo tardi per ogni uomo e per gli italiani in particolare, poter risalire, anche rapidamente, le classifiche mondiali della felicità. Basterebbe solo che rientrassero in contatto con la loro natura generosa e fantasiosa che alimenta la loro grande anima e a questa applicassero la loro proverbiale astuzia e arguzia nel rispetto di tutti e non solo di se stessi, cercando di fare squadra e questa é, forse, la parte più difficile.









