Telecom ed Enel, i due promessi sposi avevano già firmato un contratto prematrimoniale nel Febbraio dell'anno scorso che riguardava la posa dei cavi in fibra ottica. Il contratto agevolava il lavoro di Telecom facendogli risparmiare tempo, denaro e risorse e contemporaneamente abbatteva i costi di posa in opera degli stessi cavi da parte di Enel. Finalmente un po' di collaborazione, razionalizzazione e quindi risparmio anche tra le imprese italiane che cominciano a fare squadra a prescindere dalla loro natura pubblica o privata. Fascino della crisi globale e della sana e libera concorrenza. Quanto invece è recentemente avvenuto, accade dopo che Telecom, insofferente per le lungaggini e per la mancata possibilità di controllo totale su Metroweb, aveva "scartato", abbandonando il tavolo delle trattative col Governo. Lo stesso Telecom aveva poi siglato un nuovo accordo con Fastweb, l'amica di sempre, per testare la nuova tecnologia Vdsl Enhanced (o E-Vdsl) che, sfruttando ancora il doppino in rame, porterebbe direttamente in casa nostra un segnale pari a circa 100 Megabit/sec. Dopo pochi giorni il Governo, solo apparentemente disperato, apriva allora le braccia a tutti coloro i quali, in Italia, fossero in grado di operare nel settore della banda ultra larga purchè gli permettessero di rispettare gli impegni presi con l' Unione Europea, sulla riduzione del nostro "digital divide" ed il raggiungimento dei 30 Mbit/sec in ogni casa d' Europa ed i 100 in almeno il 50% di esse, entro il 2020. Detto fatto si sono aperte le danze alle quali è stata invitata la promessa sposa Enel, la quale non si è assolutamnte negata, anzi si è dimostrata molto vogliosa di concluere il fidanzamento per convolare a giuste nozze.
