Sapevo che, scrivendo il pezzo sulla presentazione del libro di Danilo Di Luca " Bestie da Vittoria " sarebbe scoppiato il caos. In queste ore ho, per fortuna, ho ricevuto, più messaggi a favore che contro su quello che ho scritto. Come ho già anticipato ieri sul mio sito non ho nessun titolo per giudicare Di Luca, ognuno di noi sbaglia nella propria vita e, come diceva qualcuno ben prima di me : " Chi è senza peccato, scagli la prima pietra ". Il libro è scritto molto bene e sicuramente provocherà discussioni a non finire nell'ambiente ciclistico. Ci sono alcuni passaggi del libro, edito dalla Piemme che mi hanno colpito molto , anche se ho letto appena le prime 50 pagine: "Nel 1997, al terzo anno da dilettante, inizio con la farmacia". "Inizio a doparmi seriamente nel 2001 al terzo anno da professionista. Mi procuro tutto coi mercati paralleli". "Diventiamo come animali, come bestie. Non siamo eroi, siamo dei pazzi scatenati. Per un ciclista l'importante è vincere, non pensi mai che ti possono beccare, che ti puoi ammalare". "I velocisti prendono la nitroglicerina in pastiglie per fare delle sfiammate supersoniche negli ultimi tre chilometri. La sciolgono sotto la lingua prima della volata. Tornano nuovi" © 2016 - EDIZIONI PIEMME Spa, Milano Marco Pantani e Danilo di Luca ad una presentazione del Giro d'Italia : foto Roberto Bettini/BettiniPhoto©Vi chiederete perchè sono tornato a parlare di Danilo Di Luca anche oggi. Perchè, contrariamente a quanto qualcuno possa pensare, ho sempre difeso il ciclismo a spada tratta, anche quando l'evidenza era lì, sotto gli occhi di tutti, come nella caotica notte di Sanremo al Giro 2001, quella del famoso blitz dei Nas, con oltre 200 carabinieri a ribaltare le camere dei ciclisti, trattati come criminali. Ho sempre difeso il ciclismo ed una persona su tutte, incastrata più di altre, Marco Pantani, mai trovato positivo ad un controllo antidoping e sottolineo il MAI ! L'ho fatto in maniera molto discreta, senza scrivere libri o quant'altro, ma volevo capire, comprendere cosa c'era dietro quella morte misteriosa e, soprattutto perchè alcuni ciclisti erano finiti nel vortice della cocaina. Volevo capire se potesse esistere un connubio tra doping e sostanze stupefacenti. Vidi cose che non posso scrivere qui...! Semplicemente, poche settimane dopo la morte di Pantani mi venne detto : " Vuoi indagare ? Vuoi fare uno scoop ? Fallo pure, ma ricordati che quando diventerai un personaggio scomodo, non per il mondo ciclistico, ma per tutto ciò che è legato al discorso malavitoso, potresti sparire all'improvviso! ". Il vaso di Pandora era lì, davanti a me, pronto per essere aperto ! Preferii ritornare sui miei passi.....!Adesso arriva questo libro " Bestie da Vittoria " di Danilo di Luca a sollevare un polverone, che segue quello scatenato alcune settimane fa, quando qualcuno, finalmente ha voluto fare luce su quella schifosa e maledetta mattinata del 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio con Marco Pantani cacciato dal Giro d'Italia. La quasi certezza che possa essere stata la Camorra diventa qualcosa di più palpabile di quanto sospettato sino a pochi mesi fa. Madonna di Campiglio 5 Giugno 2009 Marco Pantani cacciato dal Giro d'ItaliaHo sempre sospettato dal primo secondo di quella mattina infernale che ci fosse qualcosa di marcio, qualcosa di torbido che non andava. Impossibile che il valore dell'ematocrito di Marco Pantani fosse così alto... qualcuno poteva aver manomesso le provette. In quelle ore terribili avevo solo riportato i fatti , cercando di tenere la mente sgombra da quella parte di me che adorava il Pirata come fosse stato la reincarnazione di qualcuno degli Dei Greci sceso in terra per regalarci emozioni incredibili in sella ad una bicicletta. Meglio di Giove, meglio di Marte, meglio di Zeus, Marco era tutto per me ! 4 Giugno 1999 Marco Pantani vince la tappa a Madonna di CampiglioIl Panta per me era tutto e vederlo umilitato così mi ferì in una maniera incredibile. Spesso venivo sbeffeggiato dagli stessi colleghi, ieri vi ho scritto che non mi diedero la conduzione di uno speciale in diretta perchè ero troppo di parte ! C'è una cosa di vui mi vanto moltissimo, quello di non aver mai sputato sentenze terribili su Pantani, cosa che fecero moltissimi colleghi e chi sino al giorno prima era sul carro del vincitore e poi getto letteramente fango e merda addosso al povero Marco. Penso agli organizzatori del Giro di allora, penso a colleghi, ora scomparsi, che sino a poche ore prima avevano osannato Pantani e poi gli avevano vomitato articoli scandalosi contro... I nomi non li faccio, ma chi segue e conosce il ciclismo li può immaginare !Leggendo il libro di Di Luca, mi è venuta voglia di cercare, in un archivio di ciclismo che non esiste, la cassetta con il servizio che producemmo per la trasmissione Reality, andata in onda su LA7 il 17 Febbraio 2008, per ricordare Marco Pantani a quattro anni dalla sua scomparsa. A rivedere e soprattutto riascoltare le parole del compagno di squadra Marco Velo, quelle di Mamma Tonina, quelle dell'ex Direttore Sportivo Giuseppe Martinelli mi vengono i brividi. Praticamente avevamo già anticipato rispetto ad inchieste, procure , avvocati, quanto è riemerso alcune settimane fa. Marco Pantani fu fregato quella mattina a Madonna di Campiglio! E se qualcuno avesse voluto fare fuori il Panta in quel 14 febbraio 2004 per non fargli rivelare verità scomode ? C'è chi ha sempre sostenuto in maniera forte la tesi del complotto e del classico mistero all'Italiana : Philippe Brunel, una delle migliori penne del ciclismo mondiale, nel suo libro : " Gli ultimi giorni di Marco Pantani" Philippe Brunel Inviato de L'EquipeNel libro il giornalista francese Brunel, che conosceva bene Pantani, cerca di fare chiarezza sulle circostanze di una morte per troppi versi oscura. Perché è stata esclusa la presenza di altre persone nella stanza del residence, tanto che non sono state nemmeno rilevate le impronte digitali? E come ha fatto il Pirata a devastare l'appartamento senza scalfirsi nemmeno un'unghia? Soprattutto, perché il medico che eseguì l'autopsia portò a casa propria il suo cuore "nel timore che qualcuno lo trafugasse"? Ha scritto Gianni Mura: "II libro di Brunel è una controinchiesta da cronista vero, con tanto di date e orari. Ecco integrale, il servizio che andò in onda su LA7 all'interno del programma Reality nella sera del 17 Febbraio 2008 per vederlo basta cliccare sul video ! A riascoltare queste interviste, fantasticando, mi viene in mente che sia stato proprio lo stesso Marco Pantani da una nuvoletta ad ispirare Danilo Di Luca a scrivere il libro, per raccontare una verità scomoda ! Una verità che, sino alla radiazione a vita dal ciclismo per Di Luca, nessuno aveva mai avuto il coraggio di svelare. Pantani, Di Luca ,Bartoli, Bettini e Casagrande in allenamento il giorno prima della gara olimpica di Sydney 2000
- foto Roberto Bettini/BettiniPhoto©2000Dove sta la verità non sta a me scoprirlo, però l'invito che faccio è quello di leggere il libro " Bestie da Vittoria" prima di trarre conclusioni affrettate. L'ex corridore abruzzese nel libro scrive : " L'assunzione di sostanze illegali porta la menzogna: mentiamo alla famiglia, alle mogli, ai giornalisti, ai massaggiatori, ai meccanici, perfino ai nostri colleghi. Ogni ciclista sa che tutti si dopano eppure nessuno parla e qualcuno sostiene pure di andare "a pane e acqua". Mentire diventa naturale come respirare". "La verità è che tutti si dopano e che tutti lo rifarebbero". © 2016 - EDIZIONI PIEMME Spa, Milano Solamente ora scopro che Danilo di Luca aveva raccontato balle pure a me durante l'intervista realizzata a Pescara, nella casa del corridore abruzzese nella prima settimana di Marzo del 2008. Rimasi due giorni in compagnia di Danilo e della moglie Valentina ( ora ex ) per cercare di capire cosa fosse successo durante il Giro del 2007, quello vinto da Di Luca e per cui la procura del Coni aveva aperto un'inchiesta per la famosa "Pipì d'Angelo ". Spesso ho pensato ad un accanimento della Procura del Coni contro il ciclismo, ed ancora adesso lo penso...! Perchè i ciclisti sono stati gli unici ad aver accettato la reperibilità 24ore su 24 mentre i calciatori l'hanno rifiutata ? Interessi economici enormi proteggono il calcio, sicuramente molto ma molto più marcio del sistema ciclismo, lo dimostrano le varie Calciopoli, i vari scandali, se ne parla un po di giorni e poi tutto viene insabbiato. Provate a parlare di calciatori gay ? Dopo due puntate del Chiambretti Night in cui ero stato ospite a parlare dell'argomento tabù, venni fatto fuori, troppo scomodo l'argomento, mi pagarono per un mese senza farmi più partecipare a mezza puntata !Cliccando nel video qui sotto potete vedere quell'intervista a Danilo Di Luca andata in onda su LA7 la sera del 9 Marzo 2008, così anche quelli che mi conoscono poco, possono appurare che non ho mai cercato scandali nel ciclismo, ma ho sempre difeso, forse anche troppo, i ciclisti e l'intero sistema ciclismo.