Mexico Day all' Expo 2015 Milano con i festeggiamenti che sono proseguiti per tutta la giornata sino a notte inoltrata. Il Padiglione del Messico, con la sua forma che richiama una pannocchia di mais, è tra i più visitati dell' Esposizione Universale, lo dimostrano le lunghe code che ogni giorno sforano sul Decumano. La giornata Nazionale dedicata al Mexico Day ha preso il via, come sempre dall' Expo Centre con la cerimonia protocollare, l'alzabandiera ed i discorsi di rito: “Il nostro obiettivo è mostrare al mondo le ricchezze naturali del Paese, da sempre impegnato a trovare soluzioni per un mondo libero dalla fame, dalla malnutrizione e dalle pratiche non sostenibili di produzione del cibo”. Con queste parole il Direttore Generale di “ProMexico”, Gonzàlez Diaz, ha aperto ufficialmente le celebrazioni del National Day del Messico. Díaz ha inoltre sottolineato che “nel 2010 la nostra gastronomia è stata dichiarata patrimonio umanitario da parte di Unesco, un riconoscimento straordinario che ci rende ancora più felici di partecipare a questa manifestazione”.
Il Direttore Generale di ProMéxico ha infine spiegato come “il Messico ed il suo padiglione sono uno lo specchio dell’altro, luoghi dove tradizione e avanguardia possono e devono coesistere, facendo onore al passato ed al futuro”. A fare gli onori di casa il Commissario Generale di Expo Milano 2015, Bruno Pasquino: “La partecipazione messicana è davvero emozionante, il vostro è un contributo concreto al successo dell’Esposizione Universale. Chi è stato in Messico ha conosciuto un paese di una straordinaria bellezza naturale, di una ricchezza archeologica e culturale fuori dal comune e di una potenza industriale e tecnologica da lodare”.
Al termine della cerimonia ufficiale, i festeggiamenti si sono spostati con una lunga parata coloratissima sul Decumano, sino a raggiungere il Padiglione messicano dove la giornata è proseguita tra spettacoli di musica, danze ed esibizioni folkloristiche. Party imperdibile sulla meravigliosa terrazza per festeggiare il Mexico day con una svariata serie di aperitivi che, ogni pomeriggio, vengono serviti in terrazza: Chupitos, Margarita, Tequila, Eldorado e molti altri accompagnati da nachos ed altre prelibatezze.
Oltre alla consueta allegria e gentilezza degli amici messicani alla festa si sono uniti commisari e rappresentanti di altri padiglioni, ponendo la Terrazza del Mexico Day al centro del Mondo per una sera. In serata il Padiglione ha ospitato un concerto di “Nortec”, un genere di musica nato a Tijuana e caratterizzata da elementi dance e tradizionali messicani.
Con il suo Padiglione, ispirato a una pannocchia che nasce da un intreccio di foglie di granturco essiccate, il Messico offre al visitatore un viaggio ideale all’interno del mais, il simbolo per eccellenza della cultura gastronomica messicana e base della nutrizione del popolo. “La semilla de un nuevo mundo: comida, diversidad, patrimonio” (Messico, il seme di un nuovo mondo: cibo, diversità ed eredità) è il tema del Padiglione, che si concretizza in un omaggio al mais e ai suoi collegamenti con il ciclo della vita, la sostenibilità ambientale e la catena alimentare. Una storia che affonda le sue radici nella mitologia maya, secondo cui l’uomo fu generato dal mais. Il paese d’origine del prezioso chicco è proprio il Messico e ancora oggi, per oltre 100 milioni di messicani, il mais è l’alimento base della cucina locale, che dal 2010 può vantare anche uno dei più prestigiosi riconoscimenti dell’Unesco, quello di Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Le pareti a forma di totomoxtle (la foglia essiccata di mais in lingua nahuátl), realizzate in tessuto trasparente, filtrano la luce naturale, illuminando gli spazi; mentre di notte la luce artificiale fa brillare di luce propria il Padiglione, che per questo si è meritato il titolo di “Lanterna di Expo”.
Il Padiglione è stato progettato dall’architetto messicano Francisco López Guerra. Situato sull’incrocio tra il Cardo e il Decumano, le due arterie principali dell’area espositiva di Expo Milano 2015, si estende su un’area di 2.000 metri quadri ed è strutturato su cinque livelli connessi con un sistema a rampe ispirato agli antichi terrazzamenti agricoli e l’ingegnoso sistema di irrigazione attivo durante l’impero di Nezahualcóyotl, il “re poeta” (1427-1472). I contenuti del Padiglione Messico mostrano ai visitatori una stimolante sintesi dell’ampia produzione culturale del paese, in un costante dialogo con i temi dell’alimentazione, la sostenibilità e l’energia vitale. In questo senso il filo conduttore del padiglione unisce due aspetti: diversità (ecologica, gastronomica, estetica) ed eredità (delle conoscenze e delle pratiche tradizionali) con l’obiettivo di portare alla luce la continuità fra le pratiche antiche e quelle contemporanee nella cultura dell’alimentazione. Ogni seme di mais è portatore di un’eredità, e al contempo generatore di futuro: nel Padiglione del Messico, la logica del seme ci guida alla scoperta dei diversi temi nei sei livelli.
Le radici culturali del Messico sono inseparabili dalla ricchezza della sua natura, e l’albero di magnolia che il visitatore trova all’entrata è la testimonianza di questo legame. Dall’albero parte un canale d’acqua che insieme al giardino adiacente evoca le chinampas, le isole artificiali che i toltechi creavano nei laghi e che diedero un forte impulso allo sviluppo dell’agricoltura. L’acqua che alimenta un albero, generatore di vita. Sui tavolini intorno alla magnolia, il bar del piano terra servirà da bere insieme agli antojitos, il tipico cibo di strada messicano. Terra, cibo e vita: il viaggio nei 6 livelli del Padiglione Superata la rampa d’ingresso, nel cuore del Padiglione si trova “Lluvia”, una fontana con una cascata alimentata da un flusso circolare di acqua realizzata dall’artista visuale Maria José de la Macorra. L’acqua scorre innescando il movimento di collane che rappresentano i chicchi di mais, mentre il suono rimanda alla pioggia come fonte della vita sulla terra.
Il livello 3 è dedicato a un racconto per immagini della ricca biodiversità del Messico, attraverso un gioco virtuale di schermi e colori, al quale fa da contraltare Hacia un nuevo orden, l’opera di Alejandro Pintado che con una particolare tecnica di collage su carta ha immortalato alcune specie endemiche di piante e animali.
Al livello 5 è di scena un dialogo tra un’opera caratteristica della cultura centroamericana (la statua di Macuilxochitl, il principe dei cinque fiori) e lo sguardo di alcuni artisti contemporanei con due sculture di ossidiana, mentre sullo sfondo si alternano due video: uno racconta la nascita e la crescita del mais come fonte di vita e di energia spirituale, l’altro è il collage di immagini sul tema dell’identità alimentare messicana tratte da spezzoni di classici film. Da lì percorso si snoda fino al livello 7, dove è possibile scoprire il fil rouge che unisce la terra e la vita passando per la cultura dell’alimentazione.
Nella sala risuona l’installazione di Alejandro Machorro: 4.600 cucchiai di legno che ricoprono il soffitto e fanno da cornice musicale ai due splendidi Alberi della Vita realizzati dai maestri artigiani di Metepec, e al quadro Árbol Nodriza, una personale rilettura di Chichihuacuauhco, il mito nahuátl degli uomini che tornano bambini nutrendosi dei frutti di un albero sacro. Qui è previsto anche lo spazio in cui 6 dei 32 Stati federali messicani (il primo sarà Michoacán) esporranno – un mese per uno – le mostre e installazioni temporanee dedicate alle specificità dei singoli territori. Sul fondo della sala, nel set gastronomico virtuale e interattivo, i più blasonati chef del Paese guideranno il visitatore alla scoperta delle ricette e degli ingredienti che hanno reso la cucina messicana famosa nel mondo.
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La penultima rampa, circondati da cactus e reguiletes, le tipiche girandole colorate che fanno la gioia dei bambini, porta sulla terrazza (livello 9) che offre una delle più belle viste sui padiglioni e sul Cardo. Qui vale la pena intrattenersi nell’area relax, dove c’è anche un ampio giardino di piante native, prima di una cena al ristorante “Bésame mucho”, al livello 11, dove sarà possibile trovare tutte le prelibatezze dell’autentica cucina messicana rivisitate dai migliori cuochi del Paese. Il ristorante ha 72 posti a sedere ed è stato disegnato da Ricardo Casas. 