Sicurezza nel ciclismo, se ne parla da anni, ma il Governo, che attualmente non abbiamo, non ha mai mosso un dito negli anni scorsi per evitare che, chi si allena ogni giorno sulle strade ed in strada svolge il proprio lavoro, sia tutelato .
Il vero e gravissimo problema è che in Italia manca l'educazione stradale, unitamente all'educazione civica.
E' notizia di poche ore fa di un gravissimo incidente nella tappa odierna del Giro d'Italia, dove, un'uomo del servizio d'ordine che precedeva la Carovana Rosa è rimasto ferito in gravissime condizioni ( in un primo momento la notizia diffusa comunicava il decesso) in uno scontro sulla statale 640 `Strada degli Scrittori´, ad Agrigento poco prima dell'inizio della quinta tappa del Giro.
Dalle prime informazioni un automobilista, dopo avere forzato uno sbarramento disposto dagli organizzatori, nonostante il presidio delle squadre Anas, è entrato in un tratto chiuso al traffico per la corsa e ha investito un motociclista che lavorava per un servizio d'ordine privato, esterno alla squadra del Giro. L'uomo, un uomo di 48 anni di Sambuca di Sicilia (Ag) in sella a una Bmw Gls, nel violentissimo impatto ha perso scarpe e casco: è stato subito portato via con l'elisoccorso, in questo momento viene sottoposto a un intervento chirurgico disperato nel reparto di neurochirurgia dell'Ospedale Sant'Elia. Il paziente, hanno spiegato i sanitari, presenta una vasta emorragia cerebrale e da 12 costole rotte
L'automobilista investitore, un italiano di circa sessant'anni, è stato fermato. La Procura di Agrigento ha immediatamente aperto un'inchiesta.
La sicurezza nel ciclismo, spesso l'ho anche detto sulle pagine dell'Ovetto, manca. Ma manca soprattutto al di fuori delle corse, nelle giornate in cui i corridori si allenano in strada. Come successe lo scorso anno al povero Michele Scarponi, investito da un furgone, pochi istanti dopo essere uscito da casa per andarsi ad allenare.
Fotocredits: La Presse - Cristian Ballarin
E proprio ieri a Filottrano è nata la Fondazione Michele Scarponi: intitolata al grande campione marchigiano scomparso il 22 aprile dello scorso anno. La Fondazione si batterà per la sicurezza nel ciclismo per la sicurezza di chi pedala sulle nostre strade. La Fondazione Michele Scarponi è stata voluta fortemente dalla famiglia del corridore dell'Astana.
L'avventura e la sua attività di sensibilizzazione culturale inizierà in occasione delle ultime tappe del Giro d'Italia.
Proprio per educare gli automobilisti alla Sicurezza nel ciclismo, per evitare episodi come quello successo al povero Michele e per evitare episodi come quello gravissimo successo oggi.
In Italia manca totalmente l'educazione in assoluto, guido in corsa da quando ho preso la patente, vale a dire da 32 anni ( all'epoca non servivano corsi di guida UCI, ora obbigatori ), ho fatto il Giudice di gara di ciclismo, quindi posso dire di avere esperienza e di averne viste e vissute molto, soprattutto nelle gare di ciclismo di categorie minori, dove spesso, passato il gruppetto dei fuggitivi, le macchine ferme a bordo strada, di rimettono in moto, ignorando che sta arrivando un gruppo composto da 100 e passa corridori.
La sicurezza nel ciclismo di tutti i giorni, anche in quello di città non esiste, per questo ho sposato in pieno la campagna dell'ACCPI, Associazione Corridori Ciclismo Professionisti sulla distanza minima da mantenere 1 metro e mezzo quando con un automezzo si sorpassa un ciclista.
E' ora che il Governo si dia una bella svegliata per evitare strage di ciclisti ogni giorno sulle strade italiane.