Estaban Chaves, dalle stelle dell'Etna alle stalle di Gualdo Tadino.
Si potrebbe riassumere così la giornata nera, la giornata da dimenticare per Estaban Chaves al Giro d’Italia oggi.
Il corridore colombiano, secondo in classifica questa mattina a soli 32” dal compagno di squadra Simon Yates becca una di quelle giornatacce che possono capitare nelle grandi corse a tappe e dà definitivamente l'addio ai sogni rosa che aveva cullato sino ad oggi, giungendo all'arrivo di Gualdo Tadino con oltre 25' di ritardo.
Forse tutta colpa di un’allergia che potrebbe aver afflitto lo scalatore sin dai primi chilometri di gara della tappa più lunga del Giro. Ben 244 km da Penne a Gualdo Tadino, una frazione che, almeno sulla carta non prevedeva grosse difficoltà altimetriche, salvo la salita iniziale ma che si è rivelata fatale per Esteban Chaves.
Tutto, in effetti, è iniziato sulla prima salita, quella che portava a Rigopiano, percorsa dal Giro per ricordare le 29 vittime della slavina, della tragedia di in anno fa. Estaban Chaves è andato subito in difficoltà, scortato prontamente da alcuni compagni di squadra. Davanti al gruppo, appena si è sparsa la voce della crisi di Chaves, ovviamente è scoppiata la bagarre ed il corridore colombiano ha dovuto alzare bandiera bianca.
Nonostante la giornata nera, lo scalatore colombiano con lo sguardo ed il sorriso da bambino, dopo l’arrivo non ha perso il suo sorriso contagioso e non è sfuggito ai microfoni dei giornalisti come avrebbero fatto altri corridori :
" C'è ben poco da dire , sono passato dalla gioia della bellissima vittoria sull’Etna a questa giornata davvero terribile, ma la vita è fatto anche di questi imprevisti, ci sono giornata indimenticabili e giornate da dimenticare. Questo è anche il bello del Giro, con la corsa che, anche in una tappa come quella di oggi, può ribaltare la classifica generale, più di altri tapponi di alta montagna. Sono andato in crisi già sulla prima salita, non avevo nessuna forza nelle gambe e non riuscivo assolutamente a pedalare. Quando ho capito che non c’era nulla da fare, ho rinunciato, pazienza “.
Chapeau comunque ad Esteban Chaves, per la solita squisita gentilezza e signorilità nel concedersi alle domande dei giornalisti anche dopo una giornata nera come quella odierna.
Giornata dai colori diversi per due corridori su tutti, dopo il day off, sembrano aver ripreso un po’ di forze sia Fabio Aru che lo stesso Chris Froome, già caduto due volte in questo Giro d’Italia : “ E’ stata una tappa davvero molto dura, durissima! L’andatura sulla prima salita è stata subito infernale e quando, davanti, abbiamo capito che Esteban Chaves era in difficoltà, abbiamo subito aumentato il ritmo perché l’occasione per fare fuori un diretto rivale in classifica era troppo ghiotta. Questo è il ciclismo, è il Giro, queste sono le leggi della corsa che non aspetta nessuno. Devo dire che, rispetto ai giorni scorsi sto decisamente meglio. Sto recuperando dalle due cadute e vedremo cosa succederà nelle prossime tappe”.
Per la cronaca la tappa più lunga del Giro 101 è stata vinta dallo sloveno Matej Mohoric davanti al tedesco Nico Denz. Staccato di 34” dal duo di testa, lo sprint del gruppo è stato vinto da Bennet su Battaglin.
E' stata davvero una grande giornata anche oggi degli uomini della Androni-Sidermec che, sinora, hanno animato il Giro con le consuete fughe di giornata. Bravissimo Marco Frapporti in fuga solitaria per diversi chilometri.
Ma gli appalusi vanno anche alla formazione Bardiani-Csf e più precisamente a Giulio Ciccone, il corridore abruzzese che aveva annunciato battaglia sulla prima salita, quella di Rigopiano ha mantenuto le promesse. Il recente vincitore del Giro dell'Appennino è passato per primo sul Gran Premio della Montagna di Fonte della Creta indossando una maglia speciale con i nomi delle 29 vittime della slavina che travolse l’albergo di Rigopiano. Il cuore grande del ciclismo, del Giro, dei corridori e di Giulio Ciccone è anche questo!