The Blues Legend
The Blues Legend : il fine giustifica i mezzi ? C'è un fatto che vale la pena notare: il teatro musicale italiano è un business in espansione. Questo vale per l'indotto (le Accademie di Musical sono un mercato fiorente e in continua crescita, che paradossalmente non sembra affatto risentire della concorrenza. Una nicchia privilegiata in cui "c'è posto per tutti" -qualora sia inteso per le Accademie stesse e non -ahimè- per i diplomati, risulta vero) ma vale anche per le Produzioni che vedono costantemente fiorire accanto ai grossi nomi nuove e piccole, a volte minuscole realtà che con passione e per passione si battono per accaparrarsi quelli che generalmente si pensano essere i pochi spettatori disponibili. Che poi, in realtà, così pochi non sono (per riprendere l'assunto iniziale del discorso) almeno a giudicare dal grande successo di pubblico registrato da alcuni spettacoli della scorsa stagione. Il fatto che non sempre al grande successo corrispondesse, stando alla critica specializzata, altrettanta qualità (attenzione a non generalizzare: alcuni spettacoli invece hanno saputo benissimo coniugare qualità e incassi) ha portato ad una preoccupante riflessione da parte degli addetti ai lavori sui trend che sembrano guidare alcune scelte produttive: operazioni nostalgia, nomi d'acchiappo al botteghino, diritti rigorosamente acquistati all'estero di musical stranieri.

Così, in occasione dello showcase per la stampa de
The Blues Legend, lo spettacolo, in scena al
Teatro Nazionale di Milano, scritto e diretto da
Chiara Noschese, ho approfittato della situazione e chiesto a
Matteo Forte, Managing Director di
Stage Entertainment Italia, cosa sia cambiato nelle politiche di produzione della sua Compagnia per il mercato italiano. Ho trovato molto interessante che si riferisse al pubblico come "clienti" e non "spettatori", ma il suo discorso in effetti pur se inaspettato -e certo sgradito ai puristi della creatività- non fa una grinza dal punto di vista imprenditoriale: rispondendo a una specifica richiesta da parte del mercato ma investendo sulla qualità più che sulla ispirazione, si origina profitto, si promuove il genere, si attirano nuovi partner disposti ad investire e soprattutto si inventa nuovo pubblico per un settore in crisi non tanto di idee, ma di potenziali fruitori. Trecentomila biglietti strappati per uno spettacolo in Italia sono moltissimi e il 30% di questi, se nuovi spettatori, sono un dato di fatto che a prescindere da tutto bisogna saper collocare nell'equazione che prende in considerazione diverse variabili tesa com'è a promuovere la riscossa del nostro Teatro dopo un lungo periodo di crisi. Macchiavellico, come da titolo? Forse, ma anche chi dissente non potrà non capirne il senso.

Alla "prima" a cui ho assistito sono stato poi travolto da un vero tsunami. Fate voi: potete pensare che mi riferisca al talento di
Loretta Grace, a quello di uno qualunque dei suoi compagni di scena a cominciare da
Silvia Di Stefano, Loredana Fadda, Floriana Monici, Samuele Cavallo (ladies first e ordine alfabetico: sono andato a memoria ma -caso raro per i palcoscenici teatrali italiani- non c'è un singolo elemento del cast che non fosse bravo. Anzi: si andava dal molto bravo in su) per continuare con i brividi che la musica, questa musica ha saputo darmi. Ho ritrovato vecchi Amici:
Otis Redding, BB King, Aretha, Percy... e di questo devo ringraziare il direttore musicale
Valeriano Chiaravalle che ha saputo tessere una colonna sonora impeccabile, a cui si aggiungono i ringraziamenti (sic) per l'ottima Band dal vivo e per i tecnici audio che hanno fatto un lavoro impeccabile: strepitosi.
Non so dire quanto questa operazione "tutta di testa" che ha portato alla scelta di omaggiare un film culto come
The Blues Brothers abbia influenzato il processo creativo (però dai, Mr Forte: non avrà mica creduto che ci siamo bevuti la storia del "tributo" al film?! Come funzionano i diritti d'autore lo sappiamo anche noi giornalisti. E sarei curioso di sapere quanti zeri seguivano la prima cifra che le avevano chiesto per poter narrare la storia di Jake ed Elwood...) ma sono sicuro che quegli stessi Amici a cui facevo riferimento prima hanno accompagnato anche
Chiara Noschese nella sua gioventù. Perché al di là di una storia pretestuosa e tutto sommato accessoria per collegare 28 brani storici attraverso la caratterizzazione di 12 archetipi umani, si riconosce comunque chiaramente nel lavoro dell'autrice e soprattutto della regista un vero amore e rispetto sia per il R&B sia per il teatro musicale. I numeri infatti sono tutti molto forti, con coreografie (a firma di
Eleonora Lombardo) e movimenti scenici di impatto e intelligenti capaci di aiutare anche chi, in platea, non ha potuto o saputo seguire i testi in inglese, e quindi ognuno si confronti con le motivazioni alla base della sua Ispirazione che siano queste l'amore per l'Arte in generale, la passione per il Carro di Tespi in particolare o l'intenzione di portare in attivo il fatturato di una Azienda, ma lo dico: a me
The Blues Legend è piaciuto, parecchio. Perché a noi della Stampa dovrebbe importare soltanto quello che vediamo, valutando solo l'evidenza (suona terribilmente Perry Mason, lo so) e questo spettacolo mi ha elettrizzato, divertito e costretto a rispolverare il giorno dopo una buona parte dei miei vecchi cd (tranquilli: è solo un modo di dire, non ho spolverato niente grazie ad iTunes ma sono davvero andato a riaprire il genere "soul/R&B" rendendomi conto che a quei 12 e spingi gigabyte mancava, mancava proprio il cd di questa colonna sonora. Cd in predicato che spero quindi arrivi presto).
Concludo ricordando doverosamente a questo punto tutti i performer che non ho citato prima (
Mario Acampa, Cristina Benedetti, Martina Biscetti, Heron Borelli, Fabrizio Checcacci, Simone Colombari, Lorenzo Tognocchi), i bellissimi costumi di
Emporio Armani che malgrado non nascessero come abiti di scena sono perfetti per definire il carattere dei personaggi (nota a margine... ma che razza di stipendi paga la friggitoria di cui sono titolari Loretta Grace e consorte se cuochi e camerieri possono vestire solo con capi del grande Giorgio?) e ricordando che dopo i video girati da
Paolo Colombo alla Prima e l'elenco delle canzoni interpretate in calce ho allegato anche il podcast delle interviste realizzate per
MusicalOnTheRadio (trasmissione che conduco per
RadioDanza insieme a
Daniela Ferrari) per le quali ringrazio ancora per la loro disponibilità
Matteo Forte, Chiara Noschese, Floriana Monici, Silvia Di Stefano e Loredana Fadda.
Non posso però non rivolgere infine un applauso, sentito e sincero, a
Loretta Grace, "capitana" in scena e assente giustificat(issim)a nelle mie interviste. Infortunata e sofferente aveva saputo già in quella anteprima a porte chiuse offrirci una performance di incredibile vigore, una vera leonessa che ha reso omaggio all'inossidabile Credo della gente di Teatro: "the show must go on". La classe non è acqua. La professionalità, evidentemente, nemmeno. Chapeau Mrs Grace, e insieme agli auguri di completa ripresa le dico che sono felice di averla vista già molto meglio la sera della Prima (...affascinante benda sull'occhio compresa) .
THE BLUES LEGEND LA SCALETTA:
1° ATTO 1) PETER GUNN THEME 2) SHE CAUGHT THE KATY 3) THINK 4) I CAN’T TURN YOU LOOSE 5) TRY A LITTLE TENDERNESS 6) SWEET HOME CHICAGO 7) SOUL MAN 8) LAND OF 1000 DANCES 9) RESPECT 10) CHAIN OF FOOLS 11) I SAY A LITTLE PRAY FOR YOU 12) HIT THE ROAD JACK
2° ATTO 13) PETER GUNN THEME 14) PETER GUNN 15) SIXTEEN TONS 16) HOLD ON, I’M COMIN 17) IT’S A MAN’S MAN’ S MAN’S WORLD 18) AIN’T NO SUNSHINE 19) STAND BY ME 20) I JUST WANT TO MAKE LOVE TO YOU 21) NATURAL WOMAN 22) I’VE BEEN LOVING YOU TOO LONG 23) WHEN A MAN LOVES A WOMAN 24) AT LAST 25) I FEEL GOOD 26) EVERYBODY NEEDS SOMEDODY 27) GIMME SOME LOVIN 28) SHAKE A TAIL FEATHER 29) MEGAMIX
THE BLUES LEGEND LA TOURNÉE : 15 settembre/22 ottobre Milano
Teatro Nazionale 7 e 8 novembre a Bari al
Teatro TEAM 16 novembre a Bolzano al
Teatro COMUNALE 18 e 19 novembre a Genova al
POLITEAMA GENOVESE 21 e 22 novembre a Torino al
Teatro ALFIERI 28 novembre a Montecatini al
Teatro VERDI 5 e 6 dicembre a Bologna al
Teatro EuropAuditorium dal 14 al 16 dicembre e la serata di Capodanno ritorna a Milano al
BARCLAYS TEATRO NAZIONALE il 6 gennaio a Firenze al
Teatro VERDI CREDITI: Orario spettacolo
Teatro Nazionale: dal martedì al sabato sera ore 20.45 sabato e domenica pomeriggio ore 15.00 – domenica sera ore 19.00 Per informazioni e vendita: Info line: 02.00640888 (da mercoledì a sabato dalle ore 15 alle ore 18.00) www.teatronazionale.it, www.tickeone.it Box Office Barclays Teatro Nazionale (da martedì a sabato dalle ore 14.00 alle ore 19.00) Infoline 0200640888