Braulio MadeinCima , sogno di una notte di mezza estate...! Ricordare ora, con queste giornate grigie ed uggiose, il Tour Braulio MadeinCima sembrerebbe più un sogno che una realtà, ma invece è tutto vero, verissimo. Basta riavvolgere il nastro e ritornare ai primi giorni di luglio quando eravamo tutti nella morsa del caldo ed un invito a Bormio suonava come musica per le mie orecchie. Due giorni da trascorrere nelle splendide montagne della Valtellina o meglio a Bormio, per scoprire i segreti dell'amaro che davvero amo di più : il Braulio. Partenza dal centro di Milano assieme al simpaticissimo Simone - Press Office , l'unica persona a me conosciuta sino a quel momento ed ad un gruppo di colleghi che si riveleranno simpaticissimi. Si arriva a Bormio per il primo appuntamento gustoso, dopo una breve passeggiata abbiamo l'onore ma soprattutto il piacere di pranzare alla Steak House Braulio, proprio nel cuore della cittadina valtellinese. Uno Spritz a base di Braulio è quello che serve per aprire le danze, anche se sarebbe da dire, aprire ancor di più una voragine nello stomaco che è ansioso più che mai alla vista dei piatti di salumi, con la mitica ed inimitabile Bresaola della Valtellina, mocetta, coppa, salame & c. Il profumo che arriva dalla cucina a vista è qualcosa di unico, lo chef sta preparando un succosissimo filetto alla brace. Si conclude con un cestino di pasta frolla con fragole e gelato, il tutto annaffiato da Braulio e Braulio gran riserva. Dopo il lauto pranzo inizia la prima parte del Tour Braulio MadeinCima quello che ci porta in una realtà sotterranea che si sviluppa interamente sotto la centralissima Via Roma, un vero e proprio labirinto di corridoi e stanze dove sorgono le antiche cantine del Braulio. Si scende di due piani, da una parte la sezione nuova dove si prepara l'amaro Braulio, dall'altra le cantine storiche, dove il tempo sembrerebbe essersi fermato a fine ottocento. Ad accompagnarci è Edoardo Pelloni, discendente di quel Francesco Pelloni, farmacista di Bormio, che nel 1875 prepara un amaro medicinale per aiutare la digestione dei valligiani. Il nome Braulio lo sceglie perchè le erbe vengono in gran parte raccolte sul Monte Braulio. La ricetta, ancora ai nostri giorni è segretissima e non è escluso che arrivasse dalle mani del papà di Francesco che aprì la farmacia nel lontanissimo 1826. Una ricetta custodita gelosamente in cassaforte e mai cambiata da allora. L'unica cosa che è cambiata, dagli anni 60 è la produzione del Braulio. Andando a curiosare sui registri della farmacia, si scopre che negli anni precedenti il boom economico venivano vendute una trentina di bottiglie di Braulio , usate soprattutto dalla popolazione locale. Poi qualcuno iniziò a portarne qualche bottiglia a Milano e da lì iniziò la vera a propria commercializzazione dell'amaro. Attualmente sono un milione e mezzo i litri di Braulio prodotti annualmente ma dovete sapere che, per due anni, l'amaro deve riposare assolutamente nelle botti di rovere , tre per la Riserva Speciale. Dicevo della ricetta segretissima, sono 13 le erbe che compongono l'amaro ma solamente 5 sono note : camomilla, ginepro, radice di genziana essicata minimo 4 anni. assenzio ed achillea moscata. Sugli altri fiori ed erbe , tutt'ora raccolti sulle montagne valtellinesi, Edoardo Pelloni mantiene l'assoluto riserbo e non cade neppure nelle trappole che gli tendiamo con domande trabocchetto noi giornalisti. Il Tour Braulio MadeinCima prosegue nelle cantine della Famiglia Pelloni, con il simpaticissimo Edoardo che ci racconta, nei minimi dettagli, ogni passaggio della lavorazione e della produzione del mitico amaro. Top secret restano anche qui le quantità di alcool usato e di acqua. La fase di infusione avviene in grandi tini di acciaio da 8000 litri, qui la miscela di erbe deve macerare per una trentina di giorni in una soluzione idroalcoolica. Dopo l'infusione gli altri processi sono le estrazione delle erbe dalla soluzione idroalcoolica, la filtrazione, l'aggiunta di zucchero ed acqua, sino ad ottenere l'amaro che, nel frattempo è passato da una gradazione di 50° sino ai 21°. Dal lì inizia il processo di invecchiamento dentro le botti di Rovere di Slavonia , alcune di queste antichissime . Una volta terminato il periodo di "riposo" arriverà l'imbottigliamento e la distribuzione. Finito il giro, davvero affascinante, nel sottosuolo di Bormio, il nostro Tour Braulio MadeinCima continua con la nostra sistemazione al Grand Hotel Bagni Nuovi di Bormio, un elegantissima struttura a 5 stelle, gioiellino dell’architettura liberty, situato all'interno del Parco Nazionale dello Stelvio, alle pendici del celebre passo alpino che ha fatto la storia delle salite del Giro d'Italia. Giusto il tempo di posare le valigie in camera di di spostarci con le navette dell'Hotel alle Terme dei Bagni Vecchi. Una struttura unica nel suo genere, dove si respira una storia di 2000 anni fa. Le terme vennero infatti scoperte dai romani. Emozioni davvero incredibili come il bagno fatto nella piscina panoramica all'aperto, con acqua termale calda. E' stato bellissimo immergersi a luglio, me la immagino in questi giorni con le prime nevicate che hanno imbiancato la vallata. Esperienza bellissima anche la scoperta della Grotta Sudatoria di San Martino realizzata nel 1827 e l'esperienza sensoriale con tanto di musica rilassante, aroma e cromoterapia nella sauna finlandese. Rilassati e rigenerati dalla Terme dei Bagni vecchi ecco la Cena di Gala all'elegantissimo Ristorante Salone dei Balli del Grand Hotel Bagni Nuovi con un menù elegante e sofisticato che ricordo ancora con l'acquolina in bocca a distanza di mesi. Ca va sans dire che la serata è proseguita con degustazione di bottiglie di Amaro Braulio, nelle varie annate riservate alle Riserve Speciali. Il secondo giorno del Tour Braulio MadeinCima prevede la scoperta o meglio la camminata lungo i sentieri, sui quali, da 140 anni si raccolgono le erbe per preparare l'Amaro Braulio. Ci spostiamo da Bormio a Santa Caterina di Valfurva. Ad accompagnarci nella passeggiata verso il Rifugio Branca, una simpaticissima guida alpina che ci racconta non solo i segreti delle erbe, dei fiori che incontriamo via via si sale di quota , ma anche tutte le storie della montagna, storie anche legate alla Prima Guerra Mondiale su quei confini , quelle vette, dove combatterono, con onore quegli alpini, quei soldati italiani che riuscirono a sconfiggere la potentissima armata austiaca. L'ascesa non è delle più semplici, soprattutto per chi, come me, non è abiutuato alle scarpinate in montagna, ma lo spettacolo che offre la natura è davvero qualcosa di unico che fa dimenticare anche la fatica e l'acido lattico accumulato nelle gambe. Scopriamo così come sono fatti i fiori dell'achillea moscata, uno degli ingredienti conosciuti dell'Amaro Braulio e possiamo ammirare in tutta la sua bellezza il Ghiacciaio del Forno.