Ci sono giornate di grande ciclismo che non si possono dimenticare, una di queste è quella che ho vissuto oggi sulle strade del 78° Giro dell' Appennino, la classicissima organizzata dagli amici dell' Unione Sportiva Pontedecimo , che in barba alla crisi, sono riusciti a tirare fuori dal cilindro l'ennesima sorpresa con un tracciato davvero spettacolare !
Chi mi legge spesso o mi conosce bene, sa che sono uno dei più accaniti sostenitori del "vecchio" percorso, quello tradizionale con la scalata alla mitica Bocchetta. E' fuor di dubbio che il tracciato odierno ha superato bel bellezza, durezza e spettacolarità quello dello scorso anno. Voto 10 quindi agli sforzi del Pontedecimo che ha trovato nel Comune di Chiavari un preziosissimo alleato per rendere la classicissima affascinante, in barba al Comune di Genova che ha dimenticato le origini, la storia dell'Appennino , sordo alle richieste d'aiuto della storica società valpolceverasca che festeggia in questo 2017 ben 110 anni di successi !
La partenza da Serravalle , diventata ormai un classico, la pianura limitata al minimo sindacale e la bellezza di ritrovare la salita del Passo della Castagnola e del Passo dei Giovi, l'anno scorso abbandonati per affrontare la Bocchetta in senso contrario.
E' in queste prime fasi di gara che parte la prima fuga della giornata con sette temerari.
l gruppetto dei fuggitivi è composto dagli italiani Filippo Fortin (Tirol), Nicola Genovese (D'Amico Utensili Nord), Marco Zamparella (Amore&Vita - Selle SMP) e Marco Molteni (Unieuro) più il tedesco Timon Loderer (WAS-Greenlife), lo spagnolo David Galarreta (Amore& Vita Selle SMP e lo svizzero Thery Schir (Team Vorarlberg).
Vantaggio massimo dei sette al comando della corsa 6' 15" quando si transita da Pontedecimo, storica sede di partenza e d'arrivo dell'Appennino. Ad attendermi nella piazza principale l'amico Pasticcere Poldo , da sempre addetto ad un rifornimento speciale per me e gli ospiti bordo della mia auto... oggi c'è solo mia Mamma Elena a tenermi compagnia. Ricordo che un anno, il mitico Poldo, riuscì a preparare anche delle lasagne fantastiche, oltre che agli ottimi dolci.
Non so per che strana alchimia il canale uno di radiocorsa si commuti nelle comunicazioni di servizio, quando finlmente riesco a capire che il vantaggio dei fuggitivi è notevole decido di mettermi in coda ai sette per stare nel vivo della corsa .
Ci sono colleghi che alle volte non vanno neppure alla partenza della gara ma solo all'arrivo.
Per me la cosa sarebbe inconcepibile, come inconcepibile non seguire live, da dentro la gara. Spesso ho avuto la fortuna si segurire le corse a bordo di ammiraglie...certo che la tv ci fa vedere ormai tutto o quasi, ma vi assicuro che respirare live l'aria della competizione è tutt'altra cosa.Photo : Dario Belingheri - Sprint Cycling - Bettini Photo - RIproduzione Vietata - Copyright
Decido così di rimanere dietro i fuggitivi anche quando si scala la salita della Scoffera, dietro il gruppo, in forte rimonta è tirato dagli uomini della Nippo Vini Fantini , decido che posso rischiare la picchiata verso Ferriere sempre in coda ai sette.
Prima di Colle Caprile, la giuria mi fa segno di scegliere, o ti fermi e lasci passare il gruppo oppure provi ad accodarti ai sette e ti giochi il tutto per tutto. Pochissimi secondi per decidere ma opto per la seconda soluzione e le prime rampe di Colle Caprile, mi danno ragione, i sette si sfilacciano, piano piano rimonto uno ad uno ed in massima sicurezza sorpasso il tre rimasti al comando della gara : Zamparella, Galareta e Genovese con 20 secondi di margine sugli immediati inseguitori.
Preso il margine di sicurezza so che non devo distrarmi nell'ennesima picchiata della giornata, questa volta si scende verso Recco, dove la folla a bordo strada è nutrita.
Si sale di nuovo, verso la Ruta di Camogli e sale anche il vantaggio dei 3 in fuga, 2'30" sul gruppo.
L'ascesa non ripidissima ma comunque impegnativa dopo tanti chilometri di fuga si rivela fatale per due dei tre in avanscoperta dai primi chilometri di gara. Davanti, appena la strada inizia ad impennarsi dopo il passaggio a Recco, resta solo il coraggiosissimo Nicola Genovese che riesce a pedalare ancora con scioltezza.
La beffa per il corridore siciliano arriva quando manca pochissimo al passaggio del GPM della Ruta, il gruppo condotto dagli uomini della Androni vede a tiro il fuggitivo che viene sorpassato a 10 metri dallo scollinamento da Stefano PIrazzi .
La miccia è accesa, il gruppo è allungatissimo, io non rischio e sono sempre avanti 2-3 km .
Suggestivo il passaggio dal Santa Margherita e Rapallo, con ali di folla a bordo strada.
Si sale verso la Salita delle Grazie, non catalogata come Gpm, ma non per questo meno dura...!
Il "mio" Appennino nel cuore della corsa sta quasi per terminare, lascio passare il gruppo allungatissimo tirato dagli uomini della Androni- Sidermec e da quelli della Nazionale Italiana , per poi accodarmi ad un gruppetto di ritardatari ed arrivare con calma al traguardo di Chiavari mentre i corridori dovranno affrontare le inedite salite di San Domenico e di Leivi.
L'arrivo sul lungomare in Corso Cristoforo Colombo è degno di un arrivo di tappa del GIro d'Italia, bello, lineare, pulito... meglio di così il Comune di Chiavari non potrebbe fare...!
Su quello che succede nei chilometri finali vi lascio alla telecronaca di Stefano Bortolotti che potete tranquillamente rivedere tutte le volte che volete anche sul sito del TGLA7 cos' come le altre gare della Ciclismo Cup 2017, prodotte dalla Lega Ciclismo Professionisti e da PMG Sport, che sta ottenendo un ottimo successo di pubblico non solo a livello televisivo ma anche a livello web.
Domani sbobinerò con calma le interviste ai protagonisti e tornerò con un altro pezzo sull'Ovetto.
Intanto il mio più vivo ringraziamento va a tutte quelle persone dell' US Pontedecimo, che lavorano 365 giorni all'anno per far si che il Giro dell'Appennino possa svolgersi nelle migliori condizioni...!
A tutti i volontari che si danno da fare per coprire i bivi rendendo il tracciato libero da ogni intralcio e sicurissimo per i corridori. Grazie a tutti dal primo all'ultimo.
Grazie ai Direttori d'organizzazione Silvano Parodi, Giuliano Lodigiani ed Andrea Negro.
Oggi ne ho avuto ancora una volta la conferma.. il Giro dell'Appennino è una corsa unica, un patrimonio non solo del ciclismo italiano ma del ciclismo mondiale che va protetta e tutelata... !
