Elia Viviani cala il tris a Nervesa della Battaglia,un tris con tanto di urlo liberatorio e mani che frullano in segno di gioia. Succede tutto nell'arrivo della tredicesima tappa del Giro d’Italia in questa cittadina veneta di soli 6600 abitanti che prende il nome da Nerva o Nervinius, forse un proprietario di queste terre in epoca romana.
Facile fare il collegamento con in nervi tesi di Viviani, dopo la tappa di ieri e le critiche ricevute sui quotidiani odierni.
Facile anche fare i collegamenti con le feroci battaglie che, proprio in questi luoghi, si combatterono durante la Prima Guerra Mondiale. Dopo la Rotta di Caporetto, Nervesa venne rasa al suolo dai combattimenti, specie dopo la "Battaglia del Solstizio" del giugno 1918.
Fortunatamente oggi la battaglia è solo tra velocisti e cento anni dopo il Piave continua a mormorare " Non passa lo straniero", che non è l'invasore austriaco ma sono gli sprinter stranieri Bennet e Van Poppel, rispettivamente secondo e terzo dietro Viviani.
Nulla hanno potuto i battuti nella volata di superba potenza da parte del campione olimpico che, appunto, ha battuto all’arrivo il rivale diretto degli sprint in questa edizione 101 della corsa rosa, Sam Bennet ( due vittorie all’attivo per lui in questo Giro ) riguadagnando punti preziosi per la maglia ciclamino che lo stesso Viviani vorrebbe portare sino al arrivo finale di Roma, tra due domeniche
Per Elia Viviani quella odierna è l’ottava vittoria stagionale, la 58esima della carriera e la sua quarta tappa vinta al Giro ( aveva trionfato nella seconda frazione con arrivo a Genova nel 2015).
Uno sprint che, ripeto, si è concluso con un urlo liberatorio da parte di Viviani subito dopo aver tagliato il traguardo di Nervesa della Battaglia. Ieri infatti era stata una giornataccia per la maglia ciclamino indossata da Viviani, arrivato 145esimo staccato di 9 minuti. Ma il grande carattere del Campione Olimpico ha fatto si che la riscossa arrivasse già nella tappa odierna. In questo testa a testa infinito con Bennet, che poteva tranquillamente già essere a casa da un bel po', per le scorrettezze scommesse nella terza tappa ad Eilat, in terra Israeliana. Comunque sia Elia Viviani batte per ora 3 a 2 il velocista irlandese.
Per la cronaca, da segnalare che, anche oggi, la fuga dei temerari di giornata è stata ripresa a pochissimi chilometri dall’arrivo.
In questo Giro nessuna fuga è riuscita a giungere al traguardo e quello di oggi è stato il 12esimo giorno in fuga per gli uomini della Androni Giocattoli-Sidermec. Davvero instancabili i ragazzi di Gianni Savio, sempre presenti con almeno un corridore in tutte le fughe di quest’anno alla Corsa Rosa.
Non cambia assolutamente nulla in classifica generale dove resta saldamente al comando l’inglese Simon Yates.
La maglia rosa ha sempre un vantaggio di 47” sull’olandese Tom Dumoulin, vincitore del Giro lo scorso anno ed 1’04” sul francese Thibaut Pinot.
Domani però iniziano le grandi montagne e presumibilmente gli attacchi alla maglia rosa. Ammesso e non concesso che non sia lo stesso Yates a suonare la carica. Un sabato che si preannuncia difficilissimo per i 168 corridori rimasti in gara, con il terribile arrivo in salita in cima al Monte Zoncolan, la salita più dura d’Europa con pendenze che superano il 22%.
Domenica si replica con la tappa dolomitica che arriva a Sappada. Un weekend con oltre 8000 metri di dislivello, che può sicuramente ribaltare la classifica del Giro. Due giornate di sofferenze anche per i velocisti, i punti per la maglia ciclamino andranno tutti agli scalatori con buona pace di Viviani e Bennet.
Domenica sera, forse, si potrà capire chi è il favorito per vincere questo Giro 101 e chi sarà tagliato definitivamente fuori dai giochi. Resta l'incognita grande di cosa potrà fare Fabio Aru per tentare di riguadagnare posizioni e soprattutto di quello che potrà fare o non fare Chris Froome, per ora la grandissima delusione di questa edizione della gara a tappe più dura del Mondo, nel paese più bello del Mondo.
