Sappada, nome che nel ciclismo rievoca il tradimento al Giro del 1987 di Stephen Roche ai danni della Maglia Rosa Roberto Visentini, suo compagno di squadra
A Sappada il Giro ritorna 31 anni dopo, non ci sono tradimenti tra corridori dello stesso team questa volta. Semmai Sappada porta bene alla Maglia Rosa attuale che, con un impresa di altri tempi, giunge solitaria al traguardo. Onore all'inglese Simon Yates per la sua cavalcata solitaria nel tappone dolomitico.
Sappada significa profondo rosso per Fabio Aru, che giunge al traguardo scortato dai suoi compagni di squadra con 19 minuti e mezzo di ritardo dal vincitore.
Premetto che nutro profonda simpatia per lo scalatore sardo e mai avrei pensato di dover raccontare il calvario di Aru nella tappa odierna.
Inizia tutto sul Passo di Tre Croci, un nome che suona come sinistro presagio per Fabio Aru, che la croce inizierà a portarla pesantemente sul Passo di Sant'Antonio. Mancano 33 km all'arrivo di Sappada ed è qui che la 15esima tappa si trasforma in un incubo per il Capitano dell' Uae Emirates. La telecamera Rai, forse la moto 2 0 3, inquadra Aru che rallenta in maniera vistosa, da sinistra della strada si butta improvvisamente a destra, verso il ciglio, sembra quasi voler mettere il piede a terra, ma la telecamera mobile continua la sua corsa. Preziosissime sono le parole del collega Andrea De Luca, la voce del Giro in moto. Grazie al suo racconto capiamo che Aru sta vivendo la crisi ciclistica più grande della sua carriera nella sua agonia verso Sappada.
La Regia Rai va in palla, bastava pochissimo per fare rallentare una delle 4 telecamere mobili in moto ad aspettare Aru.
Non succede, si ritorna ai tempi della Radio con De Luca, bravissimo a raccontare la via crucis del Campione Italiano.
Ad aspettare il loro capitano, come fidi scudieri rallentano e si fermano Manuele Mori e Diego Ulissi. Lo spronano, lo incitano a non fermarsi. Il racconto vocale di De Luca mi fa ricordare la crisi di Fausto Coppi al Tour de France del 1949 nella tappa di Saint Malo. Coppi riuscì a ripartire ed a stravincere il Tour.
Qui siamo nel profondo rosso, le ruote di Aru sembrano incollate all'asfalto. Finalmente dalla Regia Rai pensano di mettere almeno una della due wescam dall'elicottero a seguire il calvario del povero Aru che pedala a 10 all'ora.
Si teme il ritiro da un momento all'altro, il Cavaliere dei 4 Mori è circondato dai suoi compagni che "moralmente" lo spingono verso Sappada.
La Maglia Rosa di Yates è ormai un miraggio lontanissimo, lontano km e minuti, minuti che aumentano quando si scala la quarta salita di giornata il Costalissoio. I tornanti, le curve attraversano il Bosco dei Giavi, anche i folletti del bosco assistono impotenti alla resa di Aru, finalmente arriva una moto Rai ad inquadrare il calvario di Aru che viaggia lentissimo verso Sappada, la telecamera indugia su quel che resta del capitano della Uae Emirates, lui in maniera molto brusca indica alla moto di allontanarsi, di andarsene, ma un Campione deve, ahimè, accettare, suo malgrado anche questi momenti.
Mancano ancora 16km dalla cima del Costalissoio a Sappada, davanti l'impresa dal sapore antico di Yates in Maglia Rosa che vola, dietro il dramma che si consuma metro dopo metro, ormai il distacco in chilometri non si misura più per quello che diventa il profondo rosso di Fabio Aru.
Le montagne e le salite, una volta amiche, questa volta hanno voltato le spalle al Campione d'Italia, proprio a pochi passi da dove nasce il Fiume Piave, che, cento anni dopo, e molti chilometri più in su rispetto a quelli che furono i terreni di battaglia dalla Prima Guerra Mondiale, vede le sue sponde ancora violate dallo straniero ( Yates ).
Stasera il tricolore, inteso come la maglia di Campione Italiano di ciclismo, si ammaina.
All'arrivo di Sappada Fabio Aru giunge con 19'31" di distacco dalla Maglia Rosa.
Per pensare ad un eventuale ritiro c'è tempo.
E' una sera triste e cupa a Sappada, il Piave Mormora " Ritorna lo straniero " , e chissà che, nelle pagine della storia del ciclismo, dopo il Tradimento del Giro 1987, non entri anche il Giro 1010 a.d. 2018, con il " Tradimento" delle montagne, delle salite, a quello che fu e speriamo ritorni ad essere uno dei loro protagonisti.
Carissimo Fabio, un grande ed affettuoso in bocca al lupo, le " tue " montagne le tue salite ti aspettano, con i tuoi tifosi pronti a riportarti nell'Olimpo del Ciclismo.
