Lo Zoncolan fa risorgere il tanto discusso Chris Froome, finora la grande delusione di questo Giro, che vince sulla vetta della salita più dura d'Europa.
Delle sei volte che la corsa rosa è salita sullo Zoncolan, quella odierna è stata sicuramente la più deludente e brutta della storia.
Per quello stasera non leggerete "voli pindarici" sull'Ovetto.
D'accordo che Froome non mi ha mai fatto impazzire come corridore, anche a livello empatico e non ho mai avuto nessuna difficoltà a scriverlo o a dirlo pubblicamente. Oggi ha vinto, dopo le fantozziane cadute dei giorni scorsi e quindi devo dire chapeau.
Ma sono stato sullo Zoncolan tre volte, la prima nel 2003 al debutto assoluto del "Mostro" al Giro con la stupenda vittoria di Gilberto Simoni, la seconda nel 2007 con il bis di Gibo Simoni e la terza nel 2011 con il successo dello spagnolo Igor Anton. Certo, ad essere lassù si respira un'aria diversa ma a livello di pubblico, confrontando anche con le immagini degli anni scorsi, oggi mi è sembrato di vedere molte meno persone, soprattutto in quella che è una sorta di tribuna all'aperto, negli ultimi 400 metri di gara, quando dopo l'ultima della tre gallerie, lo Zoncolan diventa una sorta di anfiteatro naturale, una sorta di "stadio del ciclismo".
Colpa del giro deludente degli italiani in classifica generale, se salviamo Domenico Pozzovivo ? Potrebbe essere. O colpa delle spesso sbagliate previsioni meteo che oggi avevano annunciato l'Apocalisse sullo Zoncolan ?
Onore alla gara di Froome, che, come minimo stasera deve baciare i piedi, o meglio le gambe del ritrovato compagno di squadra Wouter Poels , non ci fosse stato lui a forzare il ritmo nella prima parte dell'ascesa allo Zoncolan non so come sarebbe andata a finire per il capitano del Team Sky
Bene, anche se in leggero calo rispetto ai giorni scorsi, la Maglia Rosa di Simon Yates, arrivato secondo, staccato di 6". Si è difeso bene sullo Zoncolan anche Domenico Pozzovivo, terzo a 23" dal vincitore. Una giornata da dimenticare invece per Fabio Aru, lo Zoncolan doveva essere terra di riscatto ed invece si è rivelato un vero e proprio calvario per il capitano della Uae-Team Emirates. Il Campione Italiano è arrivato al traguardo con un ritardo pesantissimo di 2'22". Colpa di una preparazione sbagliata ? Probabimente si. Abbandonate le speranze di podio a Roma, ora Aru potrebbe puntare almeno ad una vittoria di tappa.
Torniamo alla mia delusione per questo Zoncolan ? Beh, se penso alle edizioni scorse gli italiani avevano fatto meglio, ma non voglio condannare i corridori odierni.
Certo che, i tifosi italiani più accaniti sperassero e gufassero il contrario: crollo di Froome e vittoria di Aru, ma non sempre i sogni possono diventare realtà e così, la sesta volta del Giro d’Italia sulla cima del Mostro o Kaiser di Carnia, come viene chiamato lo Zoncolan da queste parti , diventa anche quella forse più noiosa e brutta da vedere per i colori italiani. Sono sicuramente passati i tempi del bis di Gilberto Simoni (2003 e 2007 ), nel 2003 ci fu anche il duello tra Garzelli e Pantani dello splendido capolavoro di Ivan Basso nel 2010 . Di contro, nelle ultime tre volte 2011, 2014 e questa volta è passato lo straniero, però nelle due ascese precedenti ( 2011 e 2014) sul podio di tappa c’erano stati sempre due corridori italiani e che corridori: Nibali, Scarponi, Pellizzotti.
Per questo Giro ci possiamo aggrappare alla tenacia di Domenico Pozzovivo, ora terzo in classifica generale staccato di 1’37”. Le uniche speranze per il podio di Roma sono sullo scalatore lucano della Bahrain-Merida.
Meriterebbero sicuramente la vittoria di tappa in montagna due corridori su tutti e non me ne vogliano gli altri : Fausto Masnada, il Capriolo d'Italia, l'eroe di Campo Imperatore e Giulio Ciccone, vincitore del 79° Giro dell'Appennino lo scorso 22 aprile. Sono loro i due nomi dei giovani più promettenti a livello di scalatori.
Peccato oggi per Ciccone, che è riuscito a rimanere nel gruppo dei migliori nei primi chilometri dello Zoncolan, arrivando poi al traguardo 20esimo a 2'44".
Buona anche la prova di Masnada che stasera in classifica generale è al 26esimo posto, davvero non male per un giovanissimo al suo primo Giro d'Italia.
Da ricordare che, anche oggi, gli uomini della Androni Giocattoli-Sidermec sono stati nella fuga di giornata che ha animato la tappa sino alle prime insidie dello Zoncolan.
Tredicesimo giorno di fuga per i corridori di Gianni Savio, oggi è stata la volta di Francesco Gavazzi.
Archiviato lo Zoncolan, domani c'è un altro tappone di montagna, 176 km da Tolmezzo a Sappada, tappa dolomitica a metà, visto che le scalite che si scaleranno non sono tra le più conosciute al Giro, ad eccezione del Passo Tre Croci. Arrivo in leggera salita a Sappada, localià famosa nel mondo del ciclismo per il "tradimento" andato in scena su quelle strade al Giro 1987. L'irlandese Stephen Roche della Carrera attaccò in maniera discutibilissima il compagno di squadra Roberto Visentini in Maglia Rosa.
Vedremo cosa succederà nelle strade dei tradimenti domani, i tranelli sono sempre in agguato. Certo Chris Froome pare avere sette vite come i gatti, basti pensare che, domenica scorsa si era staccato come un gregario qualunque sulla salita del Gran Sasso, ascesa che, paragonata allo Zoncolan potrebbe sembrare un cavalcavia.
Vedremo se torneranno in scena i gufi che lo attendevano nella crono di Gerusalemme o sulla salita di Montevergine, ricordando al povero Froome il vecchio proverbio che recita non c'è l'uno senza il due, non c'è il due senza il tre.... !
P.S. Ho tralasciato volutamente commenti i discorsi sul Salbutamolo con le squalifiche inflitte agli italiani Alessandro Petacchi e Diego Ulissi, mentre qui si sta aspettando ancora una decisione dell'Uci sul caso Froome. Due pesi e due misure, per ora, a totale svantaggio degli italiani. W l'Italia, W il Giro !
FOTOGALLERY TAPPA 14 ZONCOLAN : Foto Credit: Bettiniphoto / LaPresse - D'Alberto / Ferrari / Paolone / Alpozzi
