Dopo aver assistito da telespettatore al Processo alla Tappa di sabato, dove era presente Daniele Colli , ed essere rimasto letteralmente allibito e scioccato dalle dichiarazioni in diretta telefonica dell'avvocatessa che difende tale Marco, il 30enne che ha provocato la caduta del corridore della Nippo- Vini Fantini nello sprint della sesta tappa del Giro d'Italia ho deciso di non scrivere nulla sul blog perchè il mio giudizio su ciò che avevano appena ascoltato le mie orecchie sarebbe stato pesantissimo. Benissimo ha fatto la collega e conduttrice della Rai, Alessandra De Stefano a togliere la linea all'avvocatessa... non aggiungo altro. Per questo Marco si sono mossi pure il Sindaco della cittadina toscana ed addirittura il parroco....! Strano non abbia detto la sua anche il Presidente della Repubblica ! Trovo perfetta l'idea dell'Accpi di schierarsi al fianco dei propri associati che hanno rischiato la vita per la negligenza di queste persone, mi riferisco ai fatti di Genova e di Castiglione della Pescaia. Qui sotto vi riporto pari pari il comunicato dell'Accpi e le dichiarazioni del Presidente Cristian Salvato. Rinnovo il mio grandissimo in bocca al lupo a Daniele Colli, peccato aver dovuto abbandonare il Giro in questo modo, sperando di rivederlo alle gare al più presto. Qui l'intervista a Daniele Colli realizzata una settimana fa per TG LA7 Cronache:
COMUNICATO ACCPI: A seguito dei gravi episodi avvenuti durante il Giro d'Italia che hanno comportato dapprima la maxicaduta di Genova a causa del gesto sconsiderato di un folle entrato in gruppo con la sua bici e successivamente di un fotografo che con il proprio obiettivo sporto oltre le transenne ha provocato in volata la caduta di Daniele Colli (Nippo Fantini De Rosa) che gli è costata la frattura scomposta dell'omero sinistro e la frattura composta dello stiloide radiale, l'Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani ha deciso di offrire il proprio sostegno e la propria consulenza giuridica a Daniele e a tutti i corridori italiani rimasti colpiti da tali eventi, attivandosi davanti l’autorità giudiziaria affinché provveda ad identificare colui che ha causato la caduta di Genova e a riconoscere il giusto indennizzo a Colli per l'incidente occorso a Castiglione della Pescaia. Per quanto accaduto a Genova, seppur non abbia subito fortunatamente danni fisici seri, Marco Coledan del Team Trek Factory Racing appoggiato dall'ACCPI ha deciso di intentare un’azione legale nell’interesse di tutti i colleghi per mandare un segnale a chi compie gesti sconsiderati.
Per vedere il video della caduta di Genova cliccare qui ( sito Gazzetta dello sport )
L'Assocorridori si costituirà parte civile di questi ed eventuali altri processi per far rispettare il lavoro dei propri associati e soprattutto per scoraggiare altre persone a compiere gesti simili. Da oggi la corsa rosa riprenderà il suo cammino in montagna con a bordo strada milioni di persone che assisteranno all'ultima settimana di sfide per la maglia rosa, a loro va l'appello del Presidente ACCPI Cristian Salvato a nome di tutti i ragazzi in gruppo: «Ribadiamo il motto lanciato dopo questi gravi episodi: tifateci e rispettateci. Invito inoltre tutti gli addetti ai lavori e i media a impegnarsi per far crescere la cultura sportiva dei nostri meravigliosi tifosi. È mortificante che per qualche pazzo si rovini il lavoro dei ciclisti e la festa della gara a cui assistono tanti appassionati corretti e rispettosi della fatica dei girini».
Ed ecco anche il Decalogo del Buon Tifoso divulgato dall' Accpi e scritto dal collega della Gazzetta dello Sport Marco Pastonesi : 1) Non toccate i corridori. E’ vero che sono a portata di mano, di braccio, di abbraccio, perfino di bacio. Ma bisogna rispettarne la riservatezza, la tensione e la concentrazione. Si può esprimere la passione a parole, orali o scritte. 2) Non spingete i corridori. Non è leale, non è onesto. Ed è anche pericoloso. Però si può spingerli incitandoli, incoraggiandoli, sostenendoli. I corridori hanno non solo gambe e cuore, ma anche nome e cognome. 3) Non correte, neanche a piedi, lungo la strada. E’ un esibizionismo inutile, dannoso, pericoloso. Non siete, e non dovete essere voi i protagonisti. Se proprio non resistete alla tentazione, fatevi un “selfie” e twittatelo. 4) Non innaffiate i corridori. Ormai godono di ogni assistenza, anche idrica. Storica quella secchiata d’acqua a un corridore cui, per l’eccessivo slancio del tifoso, arrivò addosso non solo l’acqua, ma anche il secchio. 5) Non ignorate i corridori. Il popolo del ciclismo è conosciuto e apprezzato perché applaude e festeggia tutti i corridori, dal primo all’ultimo, soprattutto l’ultimo, perché è quello che fa più fatica di tutti e più a lungo. 6) Non giudicate i corridori “tutti dopati”. Perché non è vero. Il ciclismo è lo sport meno protetto e più controllato, e gli stessi corridori si tassano per favorire un antidoping più approfondito, credibile, all’avanguardia. 7) Non giudicate le bici tutte con il motorino. Perché non è vero. Esistono controlli, anche mirati e a sorpresa, e finora non si è scoperto nulla di illegale, anche se c’è la possibilità tecnologica della pedalata “assistita”. 8) Non rubate le borracce ai corridori. Ma chiedetele, e spesso vi saranno date. Non alla partenza, ma all’arrivo. Le zone migliori per trovarle e raccoglierle sono quelle dei rifornimenti o comunque lungo la strada. 9) Non invadete la strada. Soprattutto quando i corridori arrivano al traguardo in gruppo e si disputano la vittoria in volata, perché sfruttano ogni spazio, anche uno spiffero vicino alla transenne. E una caduta si trasforma in ecatombe. 10) Non attraversate la strada. O almeno non fatelo quando stanno per arrivare, e neanche quando sono appena passati, i corridori. Perché prima e dopo di loro sopraggiungono, spesso ad alta velocità, moto, macchine, furgoni, insomma, la carovana.
