Giulio Ciccone un nome una garanzia quando la strada si alza sotto i pedali. Che lo scalatore della Bardiani-Csf fosse in condizione super non c'era il minimo dubbio.
La splendida scalata del Passo della Bocchetta con la vittoria al Giro dell'Appennino giusto 18 giorni fa, gli attacchi taglienti al Tour of the Alps.
Era logico aspettarsi un' affondo oggi , nella prima tappa di montagna del Giro d’Italia, con arrivo sull’Etna.
Giulio Ciccone si è presentato in mondovisione con una prestazione che conferma l'ottima forma condizione mostrata nelle gare di avvicinamento alla Corsa Rosa.
In fuga con il compagno di squadra Alessandro Tonelli e con altri 26 temerari di giornata dal km 50 di gara, Giulio Ciccone è stato protagonista di un serie di attacchi sulla salita finale che portava all'Osservatorio Astrofisico dell'Etna a quota 1736.
La stella che ha brillato più di tutte lassù è stata quella di Esteban Chaves, vincitore di tappa, ma il vero fuoco dell'Etna è stato Giulio Ciccone.
Lo scalatore abruzzese ha fatto fuoco e fiamme in salita, i suoi attacchi hanno avuto l'effetto di "liquefare" il gruppetto dei fuggitivi, come fa la lava quando l'Etna si mette ad eruttare e distrugge tutto ciò che trova sul proprio cammino.
La potenza distruttiva dell'attacco di Giulio Ciccone non ha avuto gli effetti sperati per lo stesso corridore che poi ha concluso ventesimo a 57" dal vincitore, solamente a 30" dai big della classifica generale. Ma i lapilli del suo attacco hanno "bruciato" parecchi corridori e c'è da scommettere che il simpaticissimo "folletto" della Bardiani, già ci riproverà nel prossimo weekend con gli altri due temibili arrivi in salita.
In fondo Giulio Ciccone, come era successo all'Appennino assomiglia un pò al magma, capace di stare tranquillo quasi a sonnecchiare per lungo tempo ed in un pochi secondi capace di trasformarsi in potenza distruttiva, per questo mi piace moltissimo il paragone con il "Fuoco dell'Etna". Nella tappa di oggi ci sta veramente tutto.
“Oltre al risultato ciò che contava per me oggi erano le sensazioni. E quelle, sono state positive. Provarci da lontano era la nostra strategia, così come andare in fuga in due. Alessandro Tonelli è stato super, uno di quelli che ha lavorato di più tra i battistrada, permettendomi di salvare energie fino alla salita. Ho voluto attaccare presto perchè questa salita l’avevo provata ai primi di aprile, quando ero qui in ritiro e sapevo che dai -4 km la strada si sarebbe addolcita. Anticipare e avere un buon margine poteva essere determinante” ha affermato Giulio Ciccone.
“Chapeau a Chaves perchè è andato fortissimo. Io ci ho provato fino alla fine, ho dato il massimo. Per essere il primo arrivo in salita del Giro, va bene così. Se penso che poco più di una settimana soffrivo un po’ ovunque per la caduta in allenamento, ora posso sorridere” ha aggiunto Giulio Ciccone.
Bravissimo Giulio, aggiungo io, per ora hai come soprannome "Fuoco dell'Etna", vedremo più avanti se saprai conquistarne un altro.
Dire "Camoscio d'Abruzzo" sarebbe banale e poi quello già apparteneva al mitico Vito Taccone!
