Giro d'Italia 101, storie di fughe infinite e mai finite, nel senso di mai portate a termine all'arrivo.
Ci sarebbe da scrivere per ore sulle fughe di questo Giro 101, animate ogni giorno da almeno un uomo dell' Androni Giocattoli Sidermec.
Chapeau, come direbbero i cugini d'oltralpe, al Tour, per i ragazzi onnipresenti di Gianni Savio.
Già ieri ho scritto dei capolavori che questi ragazzi instancabili compiono in ogni tappa. Ovviamente anche oggi la fuga è scattata ed ovviamente dentro, assieme ai primi due temerari di giornata Alessandro De Marchi (Bmc) e Luis Leon Sanchez (Astana) arriva subito Fausto Masnada.
Il "Cerbiatto d'Italia" vola anche oggi, quasi non sentisse nelle gambe gli sforzi fatti sulla salita di Campo Imperatore. In fondo dalla scalata alla Cima Pantani non sono passate neppure 72 ore, quasi il vento contrario preso in faccia, quel vento maledetto che gli aveva fatto infrangere il sogno di vittoria a soli 2700 metri dall'arrivo lo avesse caricato ancora di più. Gli occhiali da sole nascondono gli occhi di "Bambi", non possiamo sapere cosa c'è dietro quello sguardo, sicuramente una gran voglia di vincere, di mostrare al Giro d'Italia, al Mondo del ciclismo, quale sia il suo vero valore.
Al Giro d'Italia , dopo il primo Gran Premio della Montagna di giornata, va in scena un atto da "Libro Cuore", davanti i tre fuggitivi aspettano i rientri di altri due corridori prima Mirco Maestri (Bardiani Csf) e poi Alex Turrin (Wilier-Selle Italia).
Con cinque squadre differenti davanti c'è la speranza che magari dietro la fuga la lascino andare. Invece no, accade l'esatto contrario. Dietro continuano a menare a tutta ed a tenere i cinque fuggitivi a 3 minuti. Si mena a tutta davanti e si mena a tutta dietro con le due squadre belghe della Lotto a tirare come fossimo al Giro delle Fiandre.
Misteri del ciclismo !
Il corridore messo meglio nella classifica del Giro d'Italia 101 è proprio Fausto Masnada, ma il suo ritardo è superiore agli 11 minuti, anche se la fuga andasse in porto che fastidio potrebbe dare alla Maglia Rosa? Recupererebbe al massimo un paio di minuti e nulla più.
Certo il quintetto davanti in questa 11esima tappa del Giro d'Italia 101 è ben composto, c'è Alessandro De Marchi, uno che sa cosa vuol dire combattere, avendo vinto il Premio della Combattività al Tour del 2014.
Nel carnet del " Rosso di Buia" ci sono anche due tappe vinte alla Vuelta di Spagna, mica robetta!
Mirco Maestri è al suo terzo anno da professionismo, ha vinto la classifica degli scalatori lo scorso anno al Giro di Turchia.
Alex Turrin , al suo primo Giro d'Italia ha sostituito all'ultimo Pippo Pozzato, era già stato in fuga domenica scorsa nella tappa del Gran Sasso.
E poi c'è Luis Leon Sanchez, il corridore più blasonato : una Parigi Nizza vinta, due Classiche di San Sebastian e tappe al Tour, oltre quattro campionati spagnoli a cronometro. Era un compagno di squadra di Michele Scarponi nell'Astana e nella tappa che omaggia l'Aquila di Filottrano, per una legge non scritta del ciclismo deve essere lui a transitare per primo sul traguardo volante di Filottrano, in cima al Muro, chiamarla salita, viste le pendenze, sarebbe riduttivo.
E così accade quando davanti restano in tre: Masnada, De Marchi e Sanchez.
Sanchez è primo a Filottrano, quasi ci fosse, per magia, proprio Scarponi a pilotarlo verso quel traguardo volante.
Dietro però il gruppo della Maglia Rosa non molla la presa. La salita di Filottrano è una rasoiata nei muscoli che fa esplodere il gruppo inseguitore in mille pezzi, non esiste più una tattica. Su un muro del genere ci si arrangia come può... dietro ci sono corridori che, come sui muri delle Fiandre, sono costretti a mettere il piede per terra.
Ancora emozioni, ancora suspence, davanti i tre a tutta, dietro quello che resta del gruppo a tutta.
Ma le prede davanti fanno gola, quasi i corridori della Lotto e della Trek si fossero trasformati in cacciatori incalliti, pronti ad impallinare le lepri di giornata.
L'avventura finisce quando i tre iniziano a vedere le case di Osimo, ai meno 5 dall'arrivo.
Anche oggi non va bene al " Cerbiatto d'Italia" - Fausto Masnada che però regala al suo team l'Androni Giocattoli Sidermec la stella virtuale da appuntare sulle maglie, quella delle dieci tappe in fuga, sempre rappresentate da almeno un corridore della squadra di Gianni Savio.
Ma gira che ti rigira prima o poi la fuga al Giro d'Italia 101 andrà dritta sino all'arrivo, se non altro per una questione di numeri, di cabala.
I corridori dell' Androni Giocattoli Sidermec, senza nulla togliere alle altre formazioni, lo meriterebbero piu' di tutti.
Ma poi lo sanno i cacciatori di oggi che il cerbiatto altro non è che il cucciolo del cervo... !
Aspettate che Fausto Masnada cresca poi vedrete come finirete da cacciatori a cacciati, o meglio come finirete incornati !
