Dopo aver visto il mio servizio per il TG LA 7 online sono doverose anche due righe per celebrare Ernesto Colnago.
La storia di un artigiano che iniziò a lavorare a soli 13 anni, diventato poi meccanico e costruttore di un eccellenza delle biciclette made in italy conosciute in tutto il mondo.
Pochi costruttori hanno vinto tanto quanto lui:
11 olimpiadi, 61 mondiali e 21 grandi corse a tappe tra Giro Tour e Vuelta, senza considerare le classiche di un giorno dove l'elenco sarebbe infinito e quasi impossibile da scrivere.
Erano tantissimi i campioni a festeggiare ieri gli ottantacinque anni del costruttore di bici lombardo.
un parterre de roi da Felice Gimondi a Paolo Bettini, da Vittorio Adorni a Gianni Motta con l'immancabile Giuseppe Saronni, Campione del mondo nel 1982 a goodwood in inghilterra proprio in sella ad una Colnago.
E figuriamoci se poteva mancare lo storico rivale di Beppe, Francesco Moser, detto lo Sceriffo per il suo comportamento autoritario in gruppo. Se i due prima quasi si odiavano adesso ridono tra di loro.
E chissa' se l' Officina del Volo di Milano, dove una volta venivano costruiti gli aerei caproni e' stata scelta appositamente per celebrare il lunghissimo volo di Ernesto iniziato negli anni 40 . Nel salone delle vecchie officine c'è un schermo gigante, dove scorrono veloci foto e video che raccolgono oltre sessant'anni di ciclismo. Ci sono anche immagini inedite ed a colori, sono quelle di colnago quarentenne a citta' del messico nel 1972. era stato proprio il costruttore lombardo a forgiare a mano la bici superleggera, pesava poco meno di sei chili, con cui Eddy Merckx batte' il record dell'ora.
Ed il grande assente, in mezzo a questa moltitudine di campioni era proprio il Cannibale.
Era un obbligo esserci anche per gli altri campioni, non strettamente legati al mondo delle due ruote, perche' in fondo una bici tutti l'hanno posseduta, da Antonio Rossi, pluricampione del canotaggio a Fabio Capello, giusto per citare i due nomi più famosi, sino a Luca Cordero di Montezemolo che ha ricordato la collaborazione tra Colnago e la Ferrari con i primi esemplari di bici in carbonio, frutto dell'incontro tra due grandi, da una parte Ernesto Colnago e dall'altra Enzo Ferrari.
Nella foto di Luca Bettini : Intervista a Luca Cordero di Montezemolo.
Montezemolo ha ricordato come Colnago sia un eccellenza del Made in Italy nel Mondo, con quello spirito innovativo e quel qualcosa di piu che il costruttore milanese ha sempre messo nella dedizione e nella passione ad inventare qualcosa di nuovo tanto che le sue bici per prime hanno conquistato il mercato americano, russo, cinese e per ultimo quello arabo con la fornitura al Team UAE Abu Dhabi.
Grandissima attesa per la presentazione della bici gioiello che Ernesto Colnago si e' divertito a costruire per il traguardo del suo 85esimo compleanno , un traguardo volante come direbbe lui.
Da questa immensa gioia ed emozione nasce una bici, l’ennesimo capolavoro di una vita passata a inventare e creare biciclette.
Si chiama Ottanta5, gioiello costruito sulla base del C60, telaio unico e inimitabile, realizzabile anche su misura. Fatto a mano uno per uno.
È in fibra di carbonio di altissima qualità, con congiunzioni e tubazioni a forma di stella, elemento di design collaudato e consolidato negli anni, a partire dal Master. Nel C60 le sezioni dei tubi sono aumentate di volume, con pareti più sottili. La stessa cosa riguarda le congiunzioni. Sono più grandi e più rigide, disegnate con la stessa venatura presente sulle tubazioni.
In sintesi: maggiore rigidità e resistenza alle flessioni. I forcellini posteriori in lega leggera sono stati completamente riprogettati per ridurre il peso e ottenere maggiore rigidità laterale. Vasta la disponibilità di taglie di serie più il su misura.
Anche la verniciatura è fatta a mano, ad aerografo, colore silver gloss e decorazioni arabesque. Il logo presente su tubo sterzo e tubo verticale è il primo logo Colnago creato nel 1954.
Ottanta5 viene realizzata in edizione limitata a soli 85 pezzi.
